Marco Archetti sul Foglio di sei anni poneva una domanda: “Perché abbiamo dimenticato Federigo Tozzi? Negli ultimi anni la sua opera ha beneficiato di una rivalutazione critica sempre crescente, tuttavia nei nostri cuori e nelle classifiche editoriali non splende della dovuta e unanime consacrazione. Esiste anche solo un corso di scrittura – e penso a tutto il variopinto arco didattico, che va da quelli glamour a quelli domestici, da quelli vanagloriosi a quelli circoscrizionali – che dedichi alla sua novellistica ciò che merita, ossia un modulo a parte?”. Alla rivalutazione dello scrittore, nato a Siena l’1 gennaio del 1883 e morto a Roma il 21 marzo 1920, per lungo tempo misconosciuto, contribuisce l’Archivio Contemporaneo ‘Alessandro Bonsanti’ del Gabinetto Vieusseux di Firenze dove si trova da pochi giorni uno spazio, visitabile su prenotazione, in cui sono conservate tutte le carte e i libri di Federigo Tozzi: una stanza interamente dedicata a uno dei più originali narratori italiani del primo Novecento.
“L’Archivio – dice il presidente Riccardo Nencini – compie cinquant’anni: venne difatti istituito dall’allora direttore, Alessandro Bonsanti, a metà degli anni Settanta. Oggi possiamo affermare che, dopo mezzo secolo di storia, l’Archivio è un luogo vivo e pulsante: uno scrigno di tesori letterari e artistici produttore incessante di cultura. L’arrivo da Siena della seconda parte della biblioteca privata di Federigo Tozzi e la scelta di dedicare all’Archivio una stanza tutta allo scrittore, testimoniano l’importanza dell’Istituto a livello non solo nazionale ma internazionale”.
“L’archivio privato di Tozzi – spiega il direttore Michele Rossi – è arrivato a Firenze direttamente dalla casa senese di Castagneto, a più riprese. I primi faldoni, contenenti manoscritti, dattiloscritti con molte correzioni autografe, bozze di stampa dei suoi lavori letterari, nonché alcuni volumi della sua biblioteca privata, sono arrivati a Firenze nel 1998. L’anno scorso sono stati trasferiti al Vieusseux gli ulteriori libri appartenuti a Tozzi (circa 450) religiosamente conservati nella casa di famiglia situata fuori Porta Camollia, tramandati grazie alle cure di Glauco e – dopo la scomparsa del figlio – da Silvia Tozzi, che ringraziamo infinitamente per la donazione fatta all’Istituto, che arricchisce con queste gemme lo straordinario tesoro letterario dell’Archivio, unico al mondo”.
Il Fondo Federigo Tozzi, riconosciuto di interesse culturale dalla Soprintendenza archivistica per la Toscana per la peculiare “rilevanza dei manoscritti di Federigo Tozzi al fine della ricostruzione dell’evoluzione artistica ed umana dello scrittore senese”, contiene i manoscritti, le bozze e il materiale preparatorio dei romanzi Tre Croci, Il podere, Ricordi di un impiegato, Bestie, Egoisti, Adele, Paolo e Barche capovolte, alcune traduzioni, numerose novelle, testi di commedie, gli inediti pubblicati in Cose e persone.
A complemento di questa iniziativa è appena uscito il numero 92 dell’ “Antologia Vieusseux” (edito da Pacini Fazzi) interamente dedicato allo scrittore senese. Il primo a rivalutarne l’opera è stato il giornalista senese Paolo Cesarini che nel 2002 scrisse “Tutti gli anni di Tozzi”, un prezioso volume oggi introvabile.