Il mondo del calcio piange la scomparsa di Giovanni Galeone, storico allenatore e personaggio indimenticabile nel panorama sportivo italiano. Si è spento oggi pomeriggio all’età di 84 anni, lasciando un vuoto profondo tra colleghi, giocatori e tifosi.
Galeone, che si era ritirato nel 2013, è stato molto più di un semplice tecnico: un innovatore del gioco e un maestro per tanti, primo su tutti Massimiliano Allegri. L'attuale tecnico del Milan lo ha spesso definito una guida fondamentale nel suo percorso di crescita, a conferma dell'ottimo lavoro svolto in carriera. Ma come è morto Giovanni Galeone? Scopriamo insieme le cause del decesso.
Giovanni Galeone è morto a Udine, città che lo aveva adottato e dove era ricoverato da tempo a causa di una lunga malattia. Negli ultimi mesi le sue condizioni si erano aggravate, ma chi gli è stato vicino racconta che non aveva perso la sua solita ironia.
Galeone era considerato un punto di riferimento, capace di influenzare generazioni di allenatori con la sua visione offensiva e il suo modo anticonformista di interpretare il gioco. Uomo colto e appassionato di filosofia, ha lasciato un segno eterno all'interno del movimento italiano.
Giovanni Galeone è stato un uomo molto riservato. Era sposato con Annamaria, con la quale ha condiviso gioie e dolori fuori dal terreno di gioco. I due erano apparsi insieme in alcuni eventi pubblici, ma l’ex allenatore aveva sempre mantenuto un profilo basso riguardo la sua famiglia. D'altronde non ha mai amato i riflettori fuori dal campo, preferendo che a parlare per lui fossero i risultati.
La carriera di Giovanni Galeone è stata lunga e brillante. Da allenatore ha conquistato quattro promozioni in Serie A: due con il Pescara (1986/87 e 1991/92), una con l’Udinese e una con il Perugia. Ha guidato anche Napoli, Como e Spal, imponendosi per il suo inconfondibile 4-3-3 offensivo ispirato ai principi del calcio olandese.
Amava dire che “il portiere è un optional”, frase simbolo del suo calcio spregiudicato e spettacolare. A Pescara è rimasto una leggenda, un allenatore che ha cambiato la mentalità di un’intera città. Tra i suoi allievi più celebri figurano Allegri, Gasperini e Giampaolo, che ancora oggi lo considerano un mentore.
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