Cento anni fa, il 9 novembre del 1925, nasceva Giuseppe Panini. Di Giuseppe ce ne sono tanti ma di Panini, quello delle Figurine, uno solo. La sua storia è ormai leggenda e la racconta il Resto del Carlino: “Un giorno Enzo Ferrari diede un buon consiglio a un suo operaio: ‘Hai la testa fra le nuvole, forse dovresti cercare di realizzarli altrove, i tuoi sogni’. Vero o falso che sia l’episodio, è certo che in gioventù Giuseppe Panini, l’operaio in questione, era un dipendente del Drake dell’automobile. E fu molto bello, decenni più tardi, assistere all’affettuosa rimpatriata tra due celebrità italiane e modenesi, nel tempo diventate icone nobili del Novecento”.
“Non sapremo mai se Giuseppe Panini, Peppino per chi gli ha voluto bene, avesse immaginato un tale successo - scrive il quotidiano -. Lui, nato povero in una famiglia zeppa di fratelli e sorelle, in tutto erano otto rampolli. Lui, presto orfano di padre, assillato sin da giovane da problemi di salute. Lui, innamorato della fisarmonica e dell’enigmistica. Lui, genialmente in fuga dalla ossessione della miseria, ma con una forza d’animo spettacolare. Quando mamma Olga, vedova ardimentosa cui prossimamente la Rai dedicherà una fiction che qui si spera non deludente, quando mamma Olga, dicevo, aprì una edicola in centro a Modena, in piena guerra civile, fu Peppino ad allargare i confini della intuizione. Si mise a ritagliare foto di attrici e cantanti dalle riviste invendute e faceva lo stesso con i francobolli stranieri staccati da lettere e cartoline dei connazionali che sudavano il pane all’estero: tutto finiva in piccole buste, le bustine, destinate ad incuriosire chi andava a comprare il Carlino o la Gazzetta dello Sport”.
Poi inventò l’album. Quello dei calciatori è datato 1961. “Lì cambia la Storia e Peppino, coadiuvato da fratelli splendidi come Benito, Umberto e il geniale Franco, lo comprende al volo - racconta il Carlino -. I Panini mettono su un’azienda in via Emilio Po a Modena e si trasformano in una istituzione nazionale con la leggerezza di chi sta seriamente contribuendo a cambiare in meglio costumi e abitudini dei compatrioti”. Una volta Giuseppe: “Io ero e rimango una persona umile, dunque spero sempre che una figurina sia per un bambino uno stimolo, un invito ad approfondire, a studiare, a migliorarsi”. Anche io sono stato tra quei bambini del “celomanca” che hanno imparato un po’ di geografia e ad esercitare la memoria attraverso i luoghi dove erano i calciatori. Ricordo ancora il portiere Roberto Anzolin della Juve. Sapete dove era nato? A Valdagno, provincia di Vicenza, nel Veneto. E non sono andato a cercarlo su Wikipedia.
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