10 Nov, 2025 - 11:15

Zelensky soffia sul fuoco: "L'Europa non abbia paura di un'escalation con la Russia"

Zelensky soffia sul fuoco: "L'Europa non abbia paura di un'escalation con la Russia"

Nel pieno di una fase internazionale già segnata da tensioni ai limiti della sostenibilità, Volodymyr Zelensky torna a scuotere l’Europa con parole che suonano come benzina versata su un incendio ancora acceso.

“L’Europa non deve avere paura della parola escalation”, scrive il presidente ucraino in un messaggio pubblicato su Telegram, invitando i Paesi europei a smettere di temere il confronto diretto con la Russia e a mantenere la pressione contro Mosca.

Un appello che arriva mentre sullo scenario globale i venti di un possibile conflitto generalizzato – la famigerata “terza guerra mondiale” – soffiano sempre più forti. Dal Mar Baltico al Mar Nero, passando per il Medio Oriente e il Pacifico, il rischio di un cortocircuito militare è reale.

Zelensky, piuttosto che smorzare i toni, sembra volerli alzare ulteriormente, quasi per scuotere un continente che, a suo dire, teme di reagire con decisione.

L’Europa come bersaglio psicologico

“Non è l’Europa a essere in guerra con la Russia – afferma Zelensky – ma è la Russia a essere in guerra con l’Ucraina e, ipoteticamente, con molti Paesi europei”. Parole che trasformano la paura in strumento politico: il presidente ucraino accusa l’Europa di debolezza, di essere troppo legata ai suoi valori di legalità e moderazione, e per questo incapace di rispondere a un’aggressione brutale.

“La Russia – continua – non ama la debolezza. Qualsiasi risposta intellettuale dell’Europa è percepita come un segno di codardia.” In sostanza, Mosca interpretarebbe la prudenza europea come un via libera per proseguire la sua offensiva. Zelensky dipinge un’immagine binaria della realtà: da una parte la determinazione della forza, dall’altra la lentezza della diplomazia.

Ma le sue parole non possono non preoccupare. Se da un lato è comprensibile la frustrazione di chi da oltre due anni vive sotto le bombe, dall’altro il suo appello rischia di trascinare il continente in un’escalation di cui non si intravede la fine. Il messaggio implicito sembra essere: o si alza il livello del conflitto, o si accetta di perdere.

Ricatto energetico e narrazioni russe

Zelensky ha toccato anche il nervo scoperto dell’energia: un tema strategico per l’Europa e un’arma di potere per il Cremlino. “Sul fronte energetico – ha detto – Russia vuole tenere Slovacchia, Ungheria, Europa dell’Est e Germania sotto un costante ricatto.” Mosca, insomma, non vuole solo vincere sul campo di battaglia, ma inchiodare l’Europa alla sua dipendenza storica dal gas.

Nel suo discorso, il presidente ucraino lega il conflitto militare a quello economico e culturale: “Il beneficio politico della Russia consiste nel bloccare lo sviluppo dell’Ucraina e distruggerne l’identità.” Per Kiev, non si tratta solo di resistere con le armi, ma di mantenere viva una visione identitaria e geopolitica autonoma dal potere russo.

I “test” di Putin e l’ombra della NATO

Uno dei passaggi più inquietanti del suo messaggio riguarda le ripetute violazioni dello spazio aereo europeo da parte di droni russi. Zelensky le definisce “verifiche dell’Europa”, una sorta di termometro delle reazioni occidentali. “Tutti questi attacchi – spiega – sono test su come reagirà l’America a una minaccia diretta contro i Paesi europei membri della NATO.”

In parole povere: Mosca starebbe tastando il polso dell’Alleanza Atlantica, osservando quanto gli Stati Uniti siano disposti a intervenire in caso di provocazione. È un modo per dire che ogni drone, ogni incursione, ogni sabotaggio energetico non sono azioni casuali, ma prove generali di guerra.

Tra paura e propaganda

“Non c’è fumo senza fuoco – conclude Zelensky – e tutte queste verifiche sono pericolose per l’integrità dell’Europa.” Ma dietro il linguaggio da allarme rosso, molti vedono in queste parole una strategia comunicativa ben precisa: mantenere viva la tensione per tenere alta l’attenzione, continuare a ottenere sostegno economico e militare dall’Occidente, e impedire che l’opinione pubblica europea si stanchi del conflitto.

Zelensky si muove ormai come un equilibrista su un filo teso tra reale disperazione e calcolo politico. L’obiettivo è uno: evitare che l’Europa “si addormenti”, e resti pronta a combattere al fianco dell’Ucraina. Il rischio, però, è che a forza di “non avere paura dell’escalation”, l’Europa finisca per trovarsi dentro un incendio da cui sarà difficile uscire.

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