16 Dec, 2025 - 11:19

Zelensky ottimista sui progressi ottenuti nei colloqui di pace: cosa è stato deciso a Berlino e quali sono i prossimi passi

Zelensky ottimista sui progressi ottenuti nei colloqui di pace: cosa è stato deciso a Berlino e quali sono i prossimi passi

Mentre il conflitto tra Russia e Ucraina si avvicina al quarto anno di combattimenti, i negoziati a Berlino tra rappresentanti ucraini, leader europei e inviati di Donald Trump hanno prodotto una bozza di garanzie di sicurezza che potrebbe creare una base per avvicinarsi ad una tregua.

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha definito le proposte “piuttosto buone”, mentre Donald Trump ha dichiarato che si è “più vicini che mai” alla pace. Il cancelliere Tedesco. Friedrich Merz, ha ospitato i colloqui, affermando che un cessate il fuoco “potrà essere raggiunto entro Natale”, ma alcuni temi cruciali, come le questioni territoriali legate al Donbass, restano irrisolti.

Pace in Ucraina, garanzie di sicurezza: il passo avanti cruciale

Per la prima volta, Stati Uniti ed Europa sono disposti congiuntamente a fornire garanzie di sicurezza simili all’articolo 5 della NATO, in seguito ai colloqui di Berlino. Una forza multinazionale europea contribuirebbe a rafforzare la pace, proteggendo cieli e mari e rafforzando le forze armate ucraine. Questo impegno sarebbe “sostenuto dagli Stati Uniti”.

Il cancelliere tedesco ha dichiarato:

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Si tratta di un accordo davvero di vasta portata e sostanziale, che non avevamo mai avuto prima, ovvero che sia l’Europa che gli Stati Uniti sono disposti congiuntamente, e il presidente Zelensky ha fatto riferimento all’articolo 5 del Trattato NATO, a fornire analoghe garanzie di sicurezza all’Ucraina.

Zelensky, con cautela, ha lasciato intendere che una soluzione potrebbe essere in vista:

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Dobbiamo valutare chiaramente quali garanzie siano in atto.

Dichiarazione europea: dettagli del piano

Nove leader di Italia, Francia, Regno Unito, Paesi Bassi, Polonia, Svezia, Norvegia, Danimarca e Finlandia, insieme alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e al presidente del Consiglio UE, Antonio Costa, hanno firmato una successiva dichiarazione congiunta. La loro posizione si è aggiunta a quella espressa da Merz.

La dichiarazione delinea una “forza multinazionale” guidata dall’Europa a supporto delle forze armate ucraine e alla difesa dei suoi cieli e dei suoi mari, oltre ad un “impegno giuridicamente vincolante” da parte delle nazioni europee ad “adottare misure per ripristinare la pace e la sicurezza in caso di un futuro attacco armato”.

Inoltre, l’Ucraina manterrebbe 800 mila soldati in tempo di pace. È previsto anche un “meccanismo di monitoraggio e verifica del cessate il fuoco” sotto la guida degli Stati Uniti, pensato per garantire un avviso rapido in caso di eventuali attacchi futuri.

È stato ribadito anche il sostegno europeo all’adesione dell’Ucraina all'UE e ai piani di ricostruzione del paese, che potrebbero prevedere l’utilizzo degli asset russi congelati.

Sfide aperte

Nonostante l’ottimismo, il nodo del Donbass resta una questione aperta. Inoltre, gli ultimi sviluppi dovrebbero essere presentati al presidente russo Vladimir Putin, che potrebbe rigettare, tra gli altri, la presenza di forze europee sul suolo ucraino.

Si tratta di una versione del piano di pace degli Stati Uniti che include forti garanzie di sicurezza per Kiev, ma la proposta americana prevede una scadenza per accelerare il raggiungimento di un accordo entro Natale.

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