La settimana corta fa riferimento alla riduzione dei giorni lavorativi da 5 a 4, con l'obiettivo di migliorare il benessere dei dipendenti e l’efficienza produttiva, mantenendo la medesima retribuzione. In Italia non è ancora stata introdotta la legge ,ma è stata discussa più volte. Un sondaggio riportato dal Corriere della Sera indica che il 53% dei direttori del personale italiani è favorevole alla settimana corta, il 40% si ritiene parzialmente d’accordo , mentre solo il 6% è contrario.
Grazie all’esperimento di Intesa SanPaolo, che a partire da gennaio 2023 permette di lavorare 9 ore al giorno 4 giorni su 5, a parità di retribuzione e su base volontaria, anche aziende come Luxottica e Lamborghini stanno provando ad introdurla. Ad esempio in Luxottica oltre 1.500 operai e operaie hanno scelto di godere di 20 giorni liberi in più all’anno a parità di stipendio. In Lamborghini, invece, l’adesione è del 70%, su un totale di oltre 3mila addetti alla produzione.
Come in ogni situazione, bisogna tenere conto di entrambe le facce della medaglia, perché ogni decisione ha poi un prezzo.
Vediamo assieme i lati positivi e negativi della settimana corta:
Pro:
● Miglioramento del benessere: porta ad un migliore equilibrio tra sfera privata e lavoro;
● Più tempo per la famiglia e gli impegni personali: la settimana corta sarebbe utile per potersi prendere più cura dei figli o dei genitori anziani e per gestire le faccende domestiche;
● Più tempo per sè stessi: I lavoratori avrebbero più tempo libero da dedicare alle proprie passioni e agli amici;
Contro:
Dato che i giorni lavorativi verrebbero ridotti, ma il carico di lavoro resta lo stesso, molti temono che con la settimana corta il lavoro concentrato in meno giorni possa portare a stress e pressione.
Il governo belga, ad esempio, ha proposto la settimana lavorativa corta che prevede di lavorare le stesse ore settimanali, ma distribuite su 4 giorni anziché 5, mantenendo lo stesso stipendio. Questo significa che per compensare la settimana di 4 giorni, si dovrà lavorare di più, quindi magari anzichè otto ore lavorative giornaliere dieci.
In Spagna, invece, si sta riducendo anche l’orario settimanale da 40 ore a 37,50, senza diminuire lo stipendio. Il confronto tra Spagna e Belgio ha come obiettivo la dimostrazione che è necessario legare l’organizzazione del tempo a dei risultati misurabili, quindi il tema non è solo il numero di giorni lavorativi ma anche come si lavora.
Da un lato la settimana corta con più ore lavorative può sicuramente migliorare la concentrazione, ma dall’altro lato può portare a far aumentare la fatica nel corso della giornata. Dall’altro lato invece, la riduzione delle ore con il mantenimento del salario può incentivare le Aziende a fare di più con meno, ma anche qua è necessario adottare delle misure per valutare l’effettiva efficienza.
Tutto questo per dire che prima di prendere delle decisioni, sono necessarie delle sperimentazioni per valutare ciascun caso a sé, quindi una riforma che preveda soluzioni diverse per ciascuna mansione.
A cura di Sofia Bendaj
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