11 Nov, 2025 - 14:50

Nostalgia vicaria o rivolta contro l'algoritmo? Il ritorno a vinile e pellicola nell'era "Onlife"

In collaborazione con
Chiara Ena
Nostalgia vicaria o rivolta contro l'algoritmo? Il ritorno a vinile e pellicola nell'era "Onlife"

Come i giovani possono essere nostalgici di un'epoca che non hanno vissuto: un'analisi del fenomeno analogico come ricerca di fisicità, limite e autenticità, amplificato, paradossalmente, dalla viralità digitale.

In un'epoca in cui lo streaming domina l'ascolto e lo smartphone genera un flusso infinito di foto, il sorprendente ritorno in auge del disco in vinile e della fotografia analogica (pellicola) solleva una domanda cruciale: come può una generazione cresciuta nel digitale provare nostalgia per un'epoca che non ha mai conosciuto?

Il fenomeno va oltre il semplice trend vintage. È la manifestazione di una profonda insoddisfazione verso l'immaterialità e l'eccesso del presente, una ricerca di autenticità e concretezza che viene definita come "nostalgia vicaria" o anacronistica.

La ricerca del rito e del limite nel consumo culturale

I giovani che comprano un giradischi o una vecchia fotocamera non rimpiangono il passato, ma cercano di importare nel proprio presente i valori associati a quell'epoca: la pazienza e la fisicità. L'atto di estrarre un vinile, pulirlo e posizionare la puntina è un rito. Impone una pausa e l'attenzione totale, in netta contrapposizione allo zapping infinito delle playlist digitali. Questo senso di possesso e di cura contrasta con la gratuità e la liquidità dei file.

Al di là del dibattito tecnico sulla maggiore fedeltà del digitale, il vinile offre un suono percepito come più "caldo" o "vivo" a causa delle sue lievi distorsioni armoniche. Si cerca il carattere e l'imperfezione acustica come forma di autenticità.

La fotografia a pellicola è l'esatto opposto della galleria infinita dello smartphone.

       Il Valore dello Scatto: Una pellicola limitata a 36 pose obbliga il fotografo a essere intenzionale. Non si scatta a caso; si pensa e si valuta il momento, recuperando il valore del "momento decisivo".

       La Sorpresa: L'assenza di gratificazione istantanea fa sì che l'attesa per lo sviluppo della pellicola diventi parte integrante dell'esperienza, regalando l'emozione della sorpresa che l'istantaneità digitale ha eliminato.

       L'Imperfezione Desiderata: Il grana, la vignettatura o i colori saturi tipici della pellicola non sono considerati difetti, ma carattere e personalità, una ribellione estetica contro la perfezione omogenea e sterile dei filtri digitali.

Il paradosso dei social media: amplificare l'analogico

Paradossalmente, i moderni canali digitali non hanno ucciso questi formati, ma li hanno resi virali. I social media non sono solo la vetrina di questo trend, ma il suo motore di diffusione.

       La Narrazione del "Rito Lento": Piattaforme come TikTok sono invase da video satisfying che documentano l'atto di estrarre un vinile o di attendere lo sviluppo di una foto. La pratica analogica è trasformata in una performance digitale che valorizza la lentezza.

       L'Estetica Virale: I filtri più popolari imitano il look e il grana della pellicola. Per molti, l'acquisto di una vera fotocamera a pellicola è il passo logico successivo per ottenere la prova di autenticità dell'estetica che si sta imitando online.

       Community e Apprendimento: Gruppi e subreddit online fungono da luoghi di apprendimento collettivo, trasformando un hobby un tempo solitario in un fenomeno di networking globale. Il ritorno al vinile e alla pellicola non è un capriccio, ma un sintomo culturale: è una micro-rivolta contro l'algoritmo e la filosofia dell'eccesso.

La società moderna è definita da immaterialità (file, cloud) e illimitatezza (flussi infiniti di contenuti). L'analogico, nel suo essere fisico, lento e limitato, offre un'ancora di salvezza.

I giovani non sono nostalgici di un'epoca che non hanno vissuto; desiderano un controllo sul proprio tempo e sul proprio consumo culturale. Scegliere un formato che richiede sforzo, cura e pazienza è un modo per attribuire un valore profondo all'esperienza artistica, trasformando l'ascolto o lo scatto da un'azione passiva in un atto di coinvolgimento intenzionale.

La generazione "onlife" usa la velocità del digitale per condividere il valore della lentezza e, così facendo, ridefinisce cosa significhi autenticità nell'epoca dell'abbondanza.

A Cura di Chiara Ena

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