Se fino a pochi anni fa spazzare o lucidare il bagno era una "noiosa faccenda domestica", oggi è una performance da milioni di visualizzazioni. Il fenomeno #CleanTok, la sezione di TikTok interamente dedicata a video ipnotici di pulizia profonda, riordino e hacks domestici, ha trasformato la cura della casa in un trend virale. Ma dietro l'estetica soddisfacente e l'ASMR dei detersivi, si nasconde una domanda più complessa: perché la nostra generazione è così ossessionata dalla pulizia e dall'ordine?
Il successo di CleanTok è innegabile. Cleaner influencer armati di spugne magiche e prodotti specifici documentano meticolosamente il "prima" e il "dopo" di ogni angolo della casa. Questi video, spesso accelerati e accompagnati da musica rilassante, non solo offrono consigli pratici, ma attivano un senso di soddisfazione visiva e un'immediata gratificazione che è diventata una forma di comfort digitale.
Per comprendere l'ossessione, occorre guardare oltre lo schermo e addentrarsi nella psicologia della Generazione Z e dei Millennials.
● L'Ansia e l'Incertezza: La nostra è una generazione che naviga in un contesto globale di elevata incertezza: crisi climatica, instabilità economica e precarietà lavorativa. Quando il mondo esterno appare caotico e incontrollabile, l'atto di pulire e riordinare la propria casa offre un senso di controllo immediato e tangibile. Gli psicologi concordano sul fatto che i rituali di pulizia (le compulsioni) possono essere un tentativo di tenere a bada l'ansia derivante dal timore dell'ignoto o della contaminazione (rupofobia).
● La Spinta del Perfezionismo: L'ossessione per la pulizia riflette spesso un'estensione del perfezionismo che molti giovani applicano ad altri aspetti della vita. Il disordine viene percepito come un fallimento personale, e la pulizia estrema come un segno di autoefficacia e disciplina.
● Il Condizionamento del Lockdown: Le esperienze di lockdown hanno costretto milioni di persone a vivere costantemente all'interno delle proprie mura. La casa è diventata ufficio, palestra e luogo di svago, esasperando l'attenzione per l'igiene e l'organizzazione dello spazio.
È fondamentale distinguere tra una sana abitudine alla pulizia, stimolata dai trend social, e una vera e propria ossessione patologica.
Quando il bisogno di pulire diventa rigido, eccessivo e inizia a interferire con la qualità della vita, si può sconfinare in un Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) da contaminazione o pulizia.
I "malati di pulito" in senso clinico:
● Dedicano una quantità di tempo sproporzionata alle pulizie, sacrificando relazioni, hobby e lavoro.
● Mettono in atto rituali compulsivi (come lavare più volte le mani) per placare un'ansia intensa e irrazionale.
● L'azione di pulire non genera piacere o soddisfazione, ma è un atto obbligato per ridurre un'angoscia insopportabile.
Il fenomeno virale ha avuto un impatto enorme sul mercato. L'hashtag è diventato una miniera d'oro per i brand di detergenti, elettrodomestici e organizzazione domestica, che sfruttano l'estetica satisfying e il potere d'acquisto dei cleaner influencer. Così, l'ossessione per il pulito si alimenta anche di una spinta consumistica, dove la felicità sembra essere raggiungibile non solo con l'ordine, ma anche con l'acquisto del detergente più performante visto nel video virale.
In conclusione, se da un lato CleanTok ha reso la cura della casa finalmente "cool" e ha offerto un'ispirazione positiva, dall'altro lato riflette le ansie e i bisogni di controllo di una generazione che cerca nell'ordine della propria scrivania o del proprio piano cottura una risposta all'imprevedibilità del mondo.
A cura di Chiara Ena
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