17 Nov, 2025 - 17:01

La geopolitica delle pandemie

La geopolitica delle pandemie

Emanuele Montomoli, ordinario di Igiene e Sanità pubblica dell’università di Siena, sull’ultimo numero della rivista Espansione ha parlato della geopolitica delle pandemie. La pandemia Covid ha segnato una svolta geopolitica: la Cina ha dimostrato una capacità di risposta rapida e centralizzata, consolidando la propria posizione come attore globale mentre l’Occidente, commenta il docente, ha patito lentezze dovute a strategie di prevenzione spesso obsolete che hanno acutizzato inutili divisioni. 

Come ci si prepara ad un futuro ad alto rischio

Per Montomoli “il 2025 vede la Cina protagonista di un nuovo ordine multipolare, insieme a Russia e India, con Pechino che promuove un modello di governance alternativo, centrato su efficienza e stabilità, contrapposto al pluralismo occidentale. La gestione delle crisi sanitarie diventa così terreno di competizione fra modelli politici; investimenti in ricerca biomedica e diplomazia sanitaria sono strumenti di potere e di influenza planetaria. Le minacce pandemiche sono oggi un crocevia tra biologia, tecnologia e geopolitica. Il mondo ha imparato troppo poco e spesso troppo tardi; la vera sfida non è solo nella risposta tecnica, ma nella capacità di pensare in anticipo, promuovere l’inclusività e rafforzare la cooperazione internazionale per affrontare le incognite virali del futuro”.

E di incognite ci sono ed è necessario prepararsi. “Il rischio più alto arriva ancora dai virus respiratori; i vettori ampliano la mappa del rischio ma non la rendono automaticamente pandemica; senza regole chiare per scambiare campioni e benefici, la geopolitica mangerà la sanità pubblica a colazione. La differenza tra allarme e catastrofe, la prossima volta, la faranno minuti, non mesi: sorveglianza, trasparenza e cooperazione reale” conclude Montomoli.

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