Un coniglietto, un cavallino, un cagnolino. Sono gli animali che accompagnano la vita di tutti i giorni dei tre bimbi che abitano nel bosco di Palmoli, in Abruzzo. Anzi, abitavano, perché il tribunale dei minori de L’Aquila li ha collocati in una casa-famiglia insieme alla madre.
“È la notte più brutta della mia vita. È un dolore grande al cuore. Togliere i bambini a un genitore è il dolore più forte che esiste. Siamo tristi, è stata un’ingiustizia”. Così parla il padre Nathan Trevallion, accogliendo i cronisti de Il Centro, nella prima notte senza i suoi tre figli.
“Ma, oggi che i fratellini sono stati allontanati dal loro mondo, questi compagni di gioco esistono soltanto come peluche - racconta il quotidiano -. A lasciarli a Vasto, davanti alla casa famiglia dove i piccoli sono stati collocati dal tribunale per i minorenni, è un anziano che abita vicino alla struttura protetta”.
“In questo momento difficile - spiega - potrebbero essere utili. Cosa ne penso di questa vicenda? I genitori hanno ragione: questo è un mondo tremendo. Ma, senza scuola e senza socialità, come faranno a trovare il loro posto nel mondo quando saranno adulti e i loro genitori non ci saranno più? Se fossero grandi e avessero preso autonomamente la decisione di andare a vivere nel bosco, non ci sarebbe alcun problema. Ma il fatto è che sono bimbi: in questo modo viene loro precluso il diritto di scegliere se stare dentro o fuori la società”. Ed è un fatto che spacca l’opinione pubblica.
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