Sembra una graduatoria celebrativa delle carriere, invece è la classifica del campionato dopo 12 giornate. I tre più esperti guidano Roma, Napoli e Milan al vertice, complicando l'inseguimento di chi è outsider (il Bologna di Italiano), di chi è favoritissima (l'Inter di Chivu) e di chi chissà cosa sia (la Juve di Spalletti).
Ma in fondo è inevitabile che questa Juventus non si sappia bene cosa sia; in compenso, si vede bene cosa non è. Non è la squadra dei protagonisti di altre imprese: tipo Allegri, Conte e perfino Gasp, appunto. Ma anche tipo Rabiot, motore del Milan, e Soulé, stoccatore della Roma.
Proprio la Roma ha vissuto la sua domenica di gloria eterna con il primato nel calcio e con l’impresa di Cobolli nel tennis. Questione di coincidenze, meravigliose da raccontare e celebrare, come si è notato sulle prime pagine di tutti i giornali, pieni di palline da tennis più che di palloni da calcio.
Fino a una settimana fa, l’Italia si chiedeva: l’Italtennis può vincere la Coppa Davis anche senza Sinner? Adesso che la risposta è arrivata, si cambia campo procedendo al “cambio domanda”: può la Roma vincere lo scudetto anche senza... centravanti? L’interrogativo ha fatto un’escursione termica potente, di trenta gradi (da Ferragosto a oggi) e una trentina di punti (quelli in classifica).
La risposta è arrivata da Cremona, dove i giallorossi hanno vinto schierando Baldanzi centravanti per un’ora, fino a quando è entrato Ferguson ed ha reso normale ciò che finora sembrava perfino straordinario: chi gioca con il numero 9 sulle spalle può anche segnare! Quindi?
Quindi sembra presto per annunciare la nascita dell’attaccante scozzese risolutore dei problemi del Gasp. Ma, aspettando il verdetto delle prossime partite (e il rientro di Dovbyk), non sembra prematuro chiedere alla Roma un investimento in attacco già a gennaio, per continuare a galoppare in testa in una corsa scudetto davvero inattesa, anche se in qualche modo preannunciata dallo splendido 2025 avviato da Claudio Ranieri. A proposito di galoppate, Allegri ha vinto ancora 1-0, proprio come era successo contro Bologna, Napoli e Roma. Tutti scontri diretti.
Con Bologna e Napoli aveva meritato anche oltre il punteggio striminzito. Contro la Roma, pur subendo, aveva creato tantissime occasioni. Contro l’Inter, invece, è stato un derby vinto in purezza allegriana. “Make Corto Muso Great Again”, avrà commentato Pulisic, l’americano che autografa la vittoria e iscrive il proprio nome in cima a una classifica marcatori che non prevede attaccanti di ruolo al comando.
È il campionato dei tecnici più esperti, non dei bomber più attesi. Ma anche la Serie A dei portieri più bravi e decisivi. La Roma è lassù grazie a Svilar, il Napoli e il Milan tengono il passo con i rigori parati da Milinkovic-Savic e Maignan. I veri bomber sono allenatori e portieri!
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