24 Nov, 2025 - 16:30

Chi era Giuseppe Prestifilippo, morto dopo tre mesi di agonia: era stato aggredito dal vicino di casa

Chi era Giuseppe Prestifilippo, morto dopo tre mesi di agonia: era stato aggredito dal vicino di casa

Non ce l'ha fatta Giuseppe Prestifilippo, il 78enne in coma dallo scorso agosto, dopo una lite con il vicino di casa ad Alezio, in provincia di Lecce. L'uomo è morto nella notte tra sabato 22 e domenica 23 novembre 2025, nella clinica di Milano dove era ricoverato.

Si aggrava ora la posizione del 43enne Carmine Rizzo, accusato di averlo aggredito per futili motivi. Secondo le indagini, a far scattare il diverbio era stato il presunto danneggiamento di un tubo d'irrigazione tra le proprietà dei due uomini da parte dell'anziano.

Chi era Giuseppe Prestafilippo, morto a 78 anni dopo oltre tre mesi di agonia

Giuseppe Prestifilippo, pensionato di 78 anni, era originario di Palermo ma residente a Carate Brianza. Trascorreva le estati in provincia di Lecce, luogo di origine della moglie.

Purtroppo, nonostante un intervento chirurgico d'urgenza e il lungo ricovero, sono sopraggiunte delle complicanze e l'uomo è morto.

Secondo quanto emerso, Prestifilippo era stato picchiato dal vicino di casa a seguito di una lite per un tubo rotto. Colpito con pugni e calci, è caduto a terra battendo la testa: aveva riportato gravissime lesioni cerebrali da cui non si è mai ripreso.

La famiglia, profondamente colpita dalla tragedia, ha espresso il proprio dolore e ringraziato il personale medico per l’assistenza prestata nel difficile periodo.

L'aggressore è in carcere

L’aggressore dovrà rispondere delle gravi conseguenze provocate. Dopo le indagini, Carmine Rizzo era stato accusato di lesioni personali gravissime e portato in carcere. 

Un'ordinanza di custodia cautelare era stata infatti emessa dalla gip del Tribunale di Lecce, Giulia Proto, su richiesta del pm Maria Vallefuoco.

Respinta la richiesta di patteggiamento

Come riportano le testate locali, proprio nei giorni scorsi, il giudice ha respinto la richiesta di patteggiamento a tre anni e mezzo di reclusione avanzata dai legali dell'uomo, ritenendola non congrua rispetto alle gravi lesioni provocate.

Ora, con la morte del pensionato, la sua posizione dovrà essere rivalutata: potrebbe dover rispondere di omicidio preterintenzionale.

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