28 Nov, 2025 - 15:05

Ue, l'uso dei beni congelati russi sarebbe un flop? L'avvertimento di Mosca

Ue, l'uso dei beni congelati russi sarebbe un flop? L'avvertimento di Mosca

L’Unione europea si trova di fronte ad una delicata sfida finanziaria e politica: sostenere l’Ucraina utilizzando beni russi congelati. La proposta di utilizzare beni russi congelati come prestito per Kiev ha acceso divisioni tra i paesi membri dell’Ue e provocato la reazione dura della Russia. La situazione mette Bruxelles di fronte ad un equilibrio difficile tra sostegno all’Ucraina e tutela degli interessi finanziari europei.

Il caso dei finanziamenti dell’Ue per l’Ucraina

La questione dei finanziamenti dell’Unione europea per l’Ucraina sta diventando un caso complesso. Nonostante la volontà di Bruxelles di trovare un accordo per l’utilizzo di beni russi congelati come “prestito di riparazione” verso Kiev, gli alleati non riescono a trovare un’intesa finale.

A questa divisione tra i paesi membri si aggiunge anche l’avvertimento del presidente russo, Vladimir Putin. Si tratta dell’uso di circa 140 miliardi di euro depositati presso l’istituto belga Euroclear, dove si trova la maggior parte degli asset.

Il governo belga ha già ribadito più volte le proprie perplessità, evidenziando il rischio di possibili ritorsioni legali e finanziarie nel caso venisse presa una decisione simile.

La posizione della Russia sulla questione era chiara già da tempo. Tuttavia, le recenti dichiarazioni di Putin hanno scatenato nuovi allarmismi.

Il leader russo ha affermato, il 27 novembre 2025, in una conferenza stampa a Bishkek, che il governo sta elaborando misure reciproche nel caso in cui gli alleati decidessero di dare il via libera all’utilizzo di questi beni.

Secondo Mosca, utilizzare i beni sovrani congelati per finanziare l’Ucraina equivale a “rubare la proprietà altrui”. Putin ha inoltre sottolineato che una decisione del genere potrebbe mettere alla prova l’economia europea, rischiando di compromettere la reputazione dell’Europa sulla scena internazionale:

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È chiaro che questo avrà un impatto negativo sul sistema finanziario internazionale.

Il presidente russo ha avvertito che, se venisse approvato il piano, la fiducia nell’Eurozona crollerà.

La posizione della Commissione europea e del Belgio

Bruxelles ha precisato che l’iniziativa non equivarrebbe alla confisca dei beni depositati all’Euroclear. Secondo il piano della Commissione europea, l’Ue prenderebbe in prestito circa 140 miliardi di euro e li trasferirebbe a Kiev come prestito. Kiev sarebbe tenuta a restituire la somma nel caso in cui Mosca accettasse, dopo la fine della guerra, la riparazione dei danni del conflitto.

Nonostante la mancanza di garanzie concrete richieste dal governo belga, Bruxelles resta ferma nella decisione di finanziare l’Ucraina.

Il Belgio ha reagito definendo il piano “fondamentalmente sbagliato”, sottolineando i rischi che potrebbe comportare, considerato che ospita la maggior parte degli asset russi presenti in Occidente.

Diversi media internazionali riportano una lettera del primo ministro belga, Bar De Wever, alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. De Wever non solo evidenzia i rischi economici per l’Ue come mercato finanziario, ma anche i rischi per la pace in Ucraina:

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Affrettare la proposta di prestito per le riparazioni comporterebbe il danno collaterale che noi, come Ue, impediremmo di fatto la conclusione di un possibile accordo di pace.

Le pressioni sugli Stati membri e il vertice Ue

Parallelamente, cresce la pressione sugli Stati membri: le altre due ipotesi sul tavolo comporterebbero l’indebitamento dei paesi membri dell’Ue.

I leader dell’Ue discuteranno il piano in un vertice previsto per il 18 dicembre, cercando un equilibrio tra la necessità di sostenere l’Ucraina e le preoccupazioni economiche e politiche dei singoli stati membri. le altre due ipotesi sul tavolo comporterebbero l’indebitamento dei paesi membri dell’Ue.

I leader dell’Ue discuteranno il piano in un vertice previsto per il 18 dicembre, cercando un equilibrio tra la necessità di sostenere l’Ucraina e le preoccupazioni economiche e politiche dei singoli stati membri. 

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