29 Nov, 2025 - 10:22

Milan – Lazio, la prima da ex per Igli Tare: viaggio tra i suoi acquisti top e flop in biancoceleste

Milan – Lazio, la prima da ex per Igli Tare: viaggio tra i suoi acquisti top e flop in biancoceleste

A San Siro non sarà una partita come le altre. Per la prima volta dopo l’addio alla Lazio, Igli Tare assisterà da spettatore non indifferente alla sfida contro il Milan con le vesti da direttore sportivo della sqaudra rossonera!

Un incrocio che riapre inevitabilmente il libro dei ricordi: 14 anni di mercato, intuizioni geniali e operazioni disastrose. L’eredità del ds albanese divide ancora, ma resta una delle più influenti nel calcio italiano degli ultimi anni.

I colpi Top di Tare che hanno cambiato la storia della Lazio

Nonostante le critiche spesso feroci, Tare ha costruito una parte cospicua dell’identità moderna della Lazio grazie a scommesse low cost trasformate in patrimonio tecnico ed economico.

Il simbolo è Sergej Milinković-Savić. Nel 2015 arriva dal Genk per 12 milioni. Diventerà il motore della Lazio di Inzaghi e Sarri: 341 presenze, 69 gol, valutazioni fino a 90 milioni, cessione all’Al-Hilal a 40. Un’operazione che resta scolpita nella memoria dei tifosi.

L’altro capolavoro è Ciro Immobile. 2016, 8,7 milioni tra prestito e riscatto dal Siviglia. Il resto è storia: oltre 200 reti, quattro titoli di capocannoniere e la trasformazione in leggenda biancoceleste. Scommessa psicologica prima ancora che tecnica.

Luis Alberto completa la trilogia. Tra i 4 e i 9 milioni al Liverpool per un giocatore ai margini della Premier. In Italia diventa leader assoluto, valutazione schizzata a 55 milioni. Una metamorfosi che pochi avrebbero immaginato.

Ma nel manuale del perfetto ds c’è anche spazio per operazioni silenziose ma decisive.
È il caso di Keita Baldé, pagato 300 mila euro al Barcellona nel 2011 e divenuto uno dei migliori talenti cresciuti nel vivaio biancoceleste.
E di Adam Marušić, 5,5 milioni nel 2017 dall’Oostende per un difensore che ha totalizzato più di 200 presenze, quasi sempre ad alto rendimento.

Gli acquisti flop di Tare: gli errori che hanno fatto discutere

Accanto ai colpi iconici, Tare ha anche fallito. E quando la scommessa non pagava, lo strascico era spesso lungo e polemico.

2009, subito un brusco risveglio: Eliseu si spegne dopo un’estate di enormi aspettative, Hitzlsperger rimane una meteora.

2010 non va meglio: l’acquisto più discusso è Sculli, costoso e poco incisivo. Nessuna traccia anche di Garrido e Bresciano.

Nel 2011 l’annata più nera: Cissé, colpo mediatico da ex Liverpool, si perde tra infortuni e rendimento minimo. Alfaro e Stankevicius non entrano mai nelle rotazioni.

Il 2012 diventa l’anno delle occasioni mancate: Pereirinha, Saha, Ederson e Cinelli non lasciano praticamente segni sul campo.

Più recente la pagina relativa alle stagioni 2021-2022, quando alcune scommesse non sono mai decollate:
Kamenovic, Jovane Cabral, Maximiano, Marcos Antonio e Cancellieri hanno raccolto pochissimi minuti, senza generare crescita né plusvalenze. Una zavorra per i conti e per la rosa.

La statistica è eloquente: circa l’84% delle uscite senza alcun guadagno arriva dai flop di mercato.

Un’eredità complessa ma impossibile da ignorare

La Lazio di oggi — per valori, risultati e riconoscibilità — porta ancora la firma di Igli Tare. E se il ds albanese ha sbagliato tanto, ha anche indovinato colpi destinati a incidere nella storia della Serie A.

San Siro non gli restituirà né applausi né fischi. Ma la sfida contro il Milan è comunque un passaggio simbolico: la prima da ex, nel momento in cui l’Italia calcistica rilegge — con più serenità — un’era fatta di intuizioni, rischi, plusvalenze e cadute.

Perché il giudizio su Tare rimane uno solo, e forse è anche il più corretto:
non perfetto, ma assolutamente decisivo.

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