Spagna, Paesi Bassi, Slovenia e Irlanda non prenderanno parte all'Eurovision Song Contest 2026. I quattro paesi hanno annunciato il ritiro dopo che l'EBU ha dato il via libera a Israele per partecipare al concorso musicale internazionale.
Durante la 95esima Assemblea Generale dell'Unione Europea di Radiodiffusione (EBU) a Ginevra, l'organizzazione ha confermato la partecipazione di Israele, scatenando divisioni tra i membri. RTVE ha criticato l'EBU per aver respinto la richiesta di una votazione segreta specifica sulla partecipazione israeliana.
Le emittenti pubbliche dei quattro paesi hanno confermato l’uscita dopo il voto favorevole a Israele, motivato dalla situazione a Gaza e dall'uso politico del concorso.
L’emittente irlandese RTÉ ha annunciato che non prenderà parte all’edizione 2026 del concorso e che non ne curerà la trasmissione. Anche la televisione spagnola RTVE ha comunicato che non trasmetterà l’evento né le semifinali.
Inoltre, l’EBU ha approvato misure anti-manipolazione del voto. Per l'approvazione era richiesta la maggioranza semplice: il pacchetto di misure è stato approvato con 738 voti favorevoli, 264 contrari e 120 astensioni.
Mentre quattro paesi si ritirano, Svizzera, Austria e Germania avevano minacciato l'uscita in caso di esclusione di Israele. La 70esima edizione dell’Eurovision Song Contest si terrà a Vienna a maggio 2026. Il cancelliere austriaco Christian Stocker aveva dichiarato che Vienna non avrebbe dovuto ospitare l'evento in caso di espulsione di Israele.
Francia, Danimarca e Serbia confermano la partecipazione, mentre il Portogallo si unisce all’ultimo momento. Islanda e Norvegia restano invece indecise. La scadenza per le conferme è stata posticipata al 15 dicembre.
Secondo le ipotesi, per bilanciare le assenze, l'EBU potrebbe valutare la partecipazione di Bulgaria, Moldavia e Romania. Non è esclusa nemmeno la partecipazione del Kazakistan. Il Canada resta un'ipotesi remota, ma potrebbe seguire l’esempio dell’eccezione australiana.
Questa edizione perderà alcuni dei cosiddetti "Big Five", ma l'organizzazione potrebbe puntare a nuovi ingressi per mantenere lo spirito inclusivo del concorso.
Il presidente israeliano, Isaac Herzog, ha espresso soddisfazione per la decisione dell'EBU. Ha sottolineato che il suo paese, oggetto di quella che definisce una campagna diffamatoria a livello internazionale, "merita di avere rappresentanza su ogni palcoscenico del mondo".
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