La nuova “strategia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti” offre un ritratto allarmante dell’Europa, descritta dall’amministrazione Trump come un continente in declino economico, demografico e strategico. Nel documento, Washington individua una crisi profonda che va ben oltre la guerra in Ucraina: riguarda identità, sovranità, difesa e capacità politica. La Casa Bianca delinea una visione critica del futuro europeo e definisce il ruolo che gli Stati Uniti intendono assumere per influenzare la traiettoria del continente nei prossimi anni.
La strategia per la sicurezza degli Stati Uniti, composta da 33 pagine, offre una riflessione importante. L’amministrazione Trump vede l’Europa non solo alle prese con una crescita economica anemica ma immersa in una crisi esistenziale ancora più profonda.
Il documento cita il calo della quota di PIL mondiale dell’Europa continentale, scesa dal 25 per cento del 1990 al 14 per cento nel 2025. Il vero allarme riguarda la “cancellazione civilizzativa” che, secondo la Casa Bianca, minaccerà l’Europa entro due decenni.
Secondo la valutazione contenuta nel testo, se gli attuali trend continueranno, l’Europa tra 20 anni sarà quasi irriconoscibile, con economie e forze armate forse troppo deboli per restare alleati affidabili.
Il documento sostiene che l’Europa sta affrontando una crisi multipla, politica, culturale, demografica e identitaria, aggravata da diversi fattori. Secondo questa visione, i principali problemi dell’Europa riguardano l’azione dell’UE e di altre organizzazioni transnazionali, percepite come una minaccia alla libertà e alla sovranità dei singoli stati; le politiche migratorie, ritenute responsabili di profonde trasformazioni sociali e tensioni interne; la censura o limitazione della libertà di parola e la repressione delle opposizioni politiche; il calo delle nascite, considerato un fattore di indebolimento delle società europee.
Queste valutazioni offrono uno sguardo sull’agenda di politica estera dell’amministrazione Trump e indicano un allineamento ideologico tra il movimento MAGA e gli schieramenti della destra radicale europea, trovando particolare eco nelle forze sovraniste.
Questa visione ricorda il discorso del presidente americano all’ONU, dove ha criticato la politica europea su diversi temi, tra cui l’immigrazione, e ha promosso una visione basata sulla sovranità nazionale.
Nel documento viene evidenziata anche la fragilità militare del continente. Si afferma che, nonostante un vantaggio tecnologico e militare sugli avversari come la Russia (fatta eccezione per il nucleare), gli europei temono il conflitto e dubitano della propria capacità di difesa.
Nel testo viene trattata direttamente la guerra in Ucraina. Si sottolinea che l’invasione russa ha gravemente compromesso i rapporti tra Europa e Russia e che molti europei considerano ormai Mosca una minaccia esistenziale per la propria sicurezza.
Per questo motivo, secondo la strategia americana, sarà necessario un forte impegno diplomatico degli Stati Uniti per garantire la stabilità strategica in tutta l’area eurasiatica e ridurre il rischio di un conflitto diretto tra la Russia e gli Stati europei.
Il documento evidenzia inoltre la necessità di porre fine alla percezione, e alla possibilità concreta, che la NATO continui ad espandersi indefinitamente.
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