Dal 1995 Loris Cantarelli opera nel campo del fumetto, dell’illustrazione e dell’animazione, affiancando all’attività creativa la scrittura di saggi, recensioni e interviste. Collabora storicamente con Fumo di China, di cui è direttore editoriale dal 2012, e ad oggi ne è il co.direttore. Infatti, la gestisce assieme a Davide Barzi. Ha pubblicato articoli su numerose riviste specializzate, tra cui Nostro Cinema, IF – Immagini & Fumetti, InformaVitt, Vitt & Dintorni, Fumettomania, Manga Academica, il Giornalino e Urania.
È presente in vari volumi critici dedicati al fumetto e alla cultura pop e ha contribuito con saggi originali a opere collettive, tra cui Carta canta, dedicato ai rapporti tra musica e fumetti. Ha realizzato programmi radiofonici per Radio Popolare e collaborato come consulente culturale con importanti festival e fiere del settore (Riminicomix, Napoli Comicon, BilBOlbul, Moncalieri Comics, FullComics&Games).
Scrive anche per diverse testate digitali e ha co-curato numerosi volumi monografici dedicati ad autori, personaggi e fenomeni del fumetto italiano e internazionale. Oltre ai contributi in ambito fumettistico, ha pubblicato saggi musicali su U2 ed Eric Clapton e partecipato al volume 1000 concerti che ci hanno cambiato la vita.

Qual è la visione dietro questo “nuovo corso” di Fumo di China?
Anzitutto il fatto che oggi che il fumetto è finalmente riconosciuto come mezzo di comunicazione autonomo e autorevole, la Nona Arte che non teme di confrontarsi alla pari delle altre, con un linguaggio che può permettergli di affrontare tutti i generi. Alla sua pervasività e sfruttamento cine-televisivo non corrisponde tuttavia una conoscenza altrettanto diffusa dei capolavori delle storie pubblicate e degli autori che le hanno realizzate: con questo rilancio l’obiettivo è raggiungere quanti più pubblici possibili così da raccontare i tanti aspetti del fumetto di ieri e di oggi (con qualche spunto-intuizione su quello dl domani) che non smettono di affascinarci.
In che misura il rilancio con If Edizioni mira ad aprire Fumo di China a nuovi media e linguaggi (cinema, videogiochi, arte, design)?
In realtà abbiamo sempre guardato con molto interesse lo scambio e l’interesse reciproci, che dura da anni: ma ora, proprio grazie alle disponibilità del nuovo editore possiamo osare un po’ di più, aumentando la nostra presenza sul territorio (uscendo finalmente in libreria oltre a edicole e fumetterie) e sul web (negli store online oltre che sul nostro sito ufficiale), oltre a partecipare con più spazi e assiduità a fiere, mostre ed eventi che in particolare dopo la pandemia sono aumentate in modo esponenziale.
Come intendete sfruttare l’archivio storico di quasi cinquant’anni di rivista?
Da tempo stiamo pensando a qual è la formula migliore per restituire in forma più organica un archivio unico in Italia: non abbiamo ancora definito del tutto le prime iniziative, ma finalmente saremo presto in grado di presentare parecchie chicche tuttora validissime.
Quale tipo di equilibrio cercate tra firme storiche, collaboratori tradizionali e nuove voci “giovani”?
Quello di informare senza saccenza né pedanteria il pubblico di tutte le età, cercando di non perdere la ricchezza dei punti di vista dei più esperti come la freschezza di chi è più giovane: la sfida è sempre intrigante, ma proprio i molteplici universi fumettistici ci aiutano a non rinunciare a nessuno dei due.
Fumo di China diventerà un “media-brand”: cosa significa concretamente?
Il proposito è ambizioso, ma vuol andare oltre la semplice rivista cartacea, che oggi viene sempre più naturale pensare allargata a una comunicazione a tutto tondo che, oltre alla presenza sul web con un sito diverso dai soliti e una divulgazione sui social media, porti a patrocinare, propagandare e speriamo presto anche a organizzare sempre più occasioni di incontro e approfondimento su un mezzo di comunicazione dal fascino sempre nuovo.
Quale pubblico state cercando di raggiungere con il rilancio? Lettori storici, nuovi appassionati di fumetto, giovani “pop-culture addicted” o un pubblico più generalista?
I lettori storici ci hanno sempre seguito con ammirevole fedeltà nelle nostre diverse incarnazioni (ciclostilata, stampata, in fumetteria e alle fiere, poi in edicola e ora un po’ dappertutto) ed essere rimasti l’unica testata delle decine che sono apparse in Italia nei decenni è un onore ma anche una responsabilità.
Tuttavia oggi il fumetto è davvero arrivato ovunque e la fame di contenuti ha per certi versi raggiunto proporzioni inedite e luoghi finora impensabili, le occasioni di farlo conoscere più e meglio aumentano ogni giorno, così come le imprecisioni: tutto questo ci apre letteralmente praterie da percorrere con passione e competenza, per cui ci stiamo attrezzando. Di certo non rinunciamo mai a una chiarezza e correttezza a 360 gradi, per parlare a tutti e condividere le bellezze di autori e personaggi che speriamo di fare conoscere sempre più.
Intendete dare più spazio a generi emergenti, internazionali, indie, cross-mediali?
Certo e anzi poterne finalmente parlare con più spazio è l’aspetto forse più intrigante al giorno d’oggi: le potenzialità sono immense e i limiti... soltanto quelli spazio-temporali!
Quali collaborazioni o sinergie esterne vi interesserebbero per questo rilancio?
Siamo aperti a tutto: associazioni, biblioteche, festival, librerie, luoghi di aggregazione, punti di ritrovo... ma anche aziende curiose e con voglia di investire nella cultura: il fumetto può arrivare in ogni luogo parlando a ogni persona, e a noi piace poterlo aiutare a tutto tondo!
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