11 Dec, 2025 - 16:54

Super influenza, il virus che sta travolgendo l’Inghilterra corre più veloce del previsto. L’Europa è pronta?

Super influenza, il virus che sta travolgendo l’Inghilterra corre più veloce del previsto. L’Europa è pronta?

C'è un nuovo virus che spaventa e mette in allarme l'Oms ed è il virus di quella che è già stata ribattezzata come la super influenza inglese.

L’Organizzazione mondiale della sanità ha tracciato il profilo del nuovo ceppo influenzale A/H3N2 J.2.4.1 – soprannominato sottoclade K – considerato responsabile dell’ondata di infezioni che da settimane sta mettendo in ginocchio il Regno Unito e diversi altri Paesi.

Una “super influenza” che sta causando un’impennata di ricoveri fuori stagione e la cui diffusione si è rivelata più rapida di quanto previsto. Al momento, tuttavia, il virus non sembra mostrare segnali di maggiore gravità clinica rispetto ai ceppi precedenti.

A preoccupare, però, è la circolazione intensa del virus che sta creando un mix esplosivo, facendo registrare negli ospedali inglesi cifre record ben prima del picco stagionale.

Secondo i dati del National Health Service (Nhs), nel corso della scorsa settimana sono stati ricoverati in media 2.660 pazienti al giorno, oltre il doppio dei 1.717 della settimana prima.

Una crescita che gli esperti giudicano eccezionale per questo periodo dell'anno e che ha spinto le istituzioni inglesi a reintrodurre misure simili a quelle adottate durante la pandemia da Covid-19. Londra, in particolare, è la città in cui si è registrato uno degli scenari più critici.

Influenza in Inghilterra: come si è evoluto il nuovo super ceppo

Secondo quanto reso noto dall’Oms, la crescita del nuovo sottoclade K dell’H3N2 è iniziata ad agosto 2025. Il virus, poi, si è diffuso rapidamente in diverse regioni del mondo.

Il virus presenta “diverse differenze rispetto ai ceppi A H3N2 correlati”, segno di una significativa evoluzione, anche se – puntualizza l’agenzia – ciò non si è tradotto finora in un aumento della severità clinica.

L’incremento della circolazione dei virus influenzali non riguarda solo l’Europa: l’Oms segnala che, a partire da ottobre, l’attività influenzale nella maggior parte dell’emisfero settentrionale è cresciuta più rapidamente del normale, sovrapponendosi all’aumento di altri virus respiratori.

Questo elemento suggerisce che il nuovo sottoclade K si stia dimostrando particolarmente competitivo nella circolazione globale.

Le caratteristiche genetiche del virus, spiegano gli esperti, indicano un’evoluzione naturale resa più attiva dalla costante pressione immunitaria della popolazione.

Si tratta, in altri termini, di un’influenza che si adatta rapidamente e trova una via di diffusione più efficace, ma senza segnali di mutazioni tali da rendere la malattia più grave.

Record di ricoveri in Gran Bretagna: il vaccino è efficace?

Dalle prime analisi emergerebbe una buona efficacia dei vaccini influenzali attualmente in uso. I vaccini a disposizioni, infatti, offrirebbero una protezione significativa contro la forma grave della malattia, riducendo il rischio di ricovero sia nei bambini sia negli adulti.

Rimane invece più incerta la protezione contro la malattia clinica lieve o moderata, un aspetto attualmente oggetto di valutazione.

Tuttavia, l’Oms ribadisce che la vaccinazione resta “essenziale, soprattutto per le persone ad alto rischio di complicanze influenzali e per chi le assiste”.

Intanto, l’Oms continua a monitorare costantemente l’evoluzione del virus e l’andamento dell’epidemia. Le linee guida internazionali potrebbero essere aggiornate nei prossimi mesi qualora emergessero nuovi dati rilevanti sull’andamento della stagione influenzale o sull’evoluzione del sottoclade K.

Influenza aviaria, l'allarme negli Usa dopo il salto di specie del virus

L'allarme per la nuova super influenza inglese arriva a pochi giorni da un altro allarme, quello legato all’influenza aviaria H5N5 che ha fatto registrare il primo decesso negli Stati Uniti, accendendo l’attenzione del mondo scientifico. Il virus ha fatto il salto di specie, passando dagli animali all'uomo.

La vittima, residente nello Stato di Washington, viveva a stretto contatto con pollame domestico, probabile fonte del contagio. Al momento non esistono prove di trasmissione da uomo a uomo.

Gli esperti spiegano che il rischio globale resta basso, pur considerandolo moderato per chi lavora con animali potenzialmente infetti. 

Il caso statunitense è quindi un campanello d’allarme, più che una minaccia immediata, che richiama alla necessità di sorveglianza costante.

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