15 Dec, 2025 - 11:23

Gaza, condizioni impossibili e il dibattito sulla seconda fase della tregua: le riflessioni di Domenico Gallo

Gaza, condizioni impossibili e il dibattito sulla seconda fase della tregua: le riflessioni di Domenico Gallo

Da quando è scattato il cessate il fuoco il 10 ottobre a Gaza, la morte continua a mietere vittime nonostante i riflettori dei media si siano spenti. In un'intervista esclusiva a Tag24, Domenico Gallo, giudice ed ex senatore, denuncia il perdurare di condizioni di vita estreme per la popolazione palestinese, chiama in causa le responsabilità internazionali e invoca sanzioni e un intervento delle Nazioni Unite come strade per fermare una tragedia ancora in corso.

Gaza, continua l’emergenza umanitaria

Domenico Gallo ricorda che la tregua non ha fermato la tragedia umanitaria a Gaza. Oltre ai 370 morti registrati dal 10 ottobre, le condizioni di vita restano insostenibili: ospedali distrutti, mancanza di energia elettrica, acqua potabile e risorse essenziali espongono la popolazione a malattie e sfollamenti.

virgolette
No, il 10 ottobre non è iniziata la pace, non è finita la tragedia di Gaza e il genocidio continua perché... le condizioni impossibili cui è stata sottoposta la vita della popolazione palestinese di Gaza rimangono tali, quindi gli ospedali sono stati distrutti, la sanità non esiste più, non esiste l'energia elettrica, l'acqua potabile, le risorse fondamentali per la vita della popolazione, la popolazione continua a essere sfollata nelle tende, esposta ai rigori del clima e alle malattie.

Per Gallo, un genocidio termina solo con il riconoscimento pubblico delle responsabilità.

virgolette
Secondo me il genocidio finisce quando viene riconosciuto. Questo è fondamentale. Per riconoscere un genocidio, quelli che l'hanno commesso non dico debbano essere imprigionati, ma quantomeno devono essere marchiati dello stigma del genocidio e allontanati da ogni influenza politica, da ogni forma di potere. 

Appello a sanzioni internazionali

Gallo sostiene che servano sanzioni forti per costringere un cambio di rotta.

virgolette
Deve mantenersi viva la la protesta e la condanna dell'opinione pubblica internazionale e bisogna far capire che il genocidio non è finito e che ci sono responsabilità internazionali, non solo di Israele perché questo finisca. Ecco, quindi lungi dal fare proposte che vietano di criticare Israele. Bisognerebbe invece applicare delle sanzioni molto forti per cercare di ottenere un cambiamento, di far capire che questa classe dirigente paranoica che ha portato Israele in questo cul-de-sac non può andare avanti, insomma, si deve cambiare completamente atteggiamento. 

Sul piano Trump e la via per la pace: forza ONU e superamento dell'apartheid

Riguardo al piano di Trump e alla "seconda fase" post-tregua, Gallo è scettico: “neanche la prima ha funzionato senza pressioni su Israele”. Propone un intervento delle Nazioni Unite simile a quello in Kosovo, con una forza civile e militare per gestire temporaneamente Gaza, ricostruire porti, aeroporto e comunicazioni.

Sulla soluzione dei due Stati, la giudica irrealistica con l'attuale governo israeliano.

virgolette
Non sarà mai possibile, infatti l'obiettivo fondamentale è di impedire la nascita di uno stato palestinese in tutti i modi, ma a parte tutto, penso che ormai sia stata superata dai fatti. Per cui la cosa fondamentale è superare l'apartheid. Cercare di creare una soluzione in cui magari saranno una confederazione, qualcosa del genere, in cui ai palestinesi vengano restituiti diritti uguali... va smantellata la visione teocratica dello Stato di Israele. Lo Stato è di tutti i cittadini che abitano in un certo territorio che devono esercitare pienamente la vita, esercitare i diritti democratici, per tutti in condizioni di eguaglianza.
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