Mentre la guerra in Ucraina si avvicina al quarto anno, l’Unione europea si trova davanti ad una scelta cruciale. I leader dei Ventisette devono decidere se ricorrere ai beni russi congelati per garantire un sostegno finanziario vitale a Kiev, in un contesto segnato da negoziati e avvertimenti di Volodymyr Zelensky e dalla ferma posizione di Mosca sui territori contesi.
Mentre i leader europei sono chiamati a decidere se utilizzare o meno i beni russi congelati per un prestito di riparazione destinato a finanziare Kiev nei prossimi due anni, la guerra tra Russia e Ucraina non mostra segni di arresto.
Sul tavolo dei negoziati resta il piano degli Stati Uniti per porre fine al conflitto, che si avvicina ormai al quarto anno di combattimenti. Nel frattempo, i capi di stato e di governo dell’Unione europea devono stabilire se fornire un ulteriore sostegno finanziario all’Ucraina attraverso l'uso di beni congelati russi.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato, in un post su X del 17 dicembre 2025, di aver "ricevuto segnali da Mosca, che si prepara a fare del prossimo anno un anno di guerra”.
Il presidente ucraino ha aggiunto che questa mentalità, a suo avviso, è destinata anche a indebolire la diplomazia.
Il presidente russo Vladimir Putin ha affermato il 17 dicembre che non intende scendere a compromessi sulla questione territoriale, in particolare sul controllo totale delle regioni di Donetsk e Luhansk. Questo tema rappresenta uno dei principali nodi di divergenza tra Mosca e Kiev. Secondo Putin, tali obiettivi potranno essere raggiunti attraverso la via diplomatica oppure, se necessario, ricorrendo alla forza militare.
Nel frattempo, gli alleati europei dell’Ucraina non si limitano a spingere per ottenere i termini migliori di un eventuale accordo di pace, ma sono anche chiamati a decidere sugli aiuti finanziari salvavita per il paese al Consiglio europeo avviato il 18 dicembre.
Le opzioni sul tavolo sono due: concedere un prestito di riparazione tramite l’uso degli asset russi immobilizzati nell’UE oppure ricorrere a un prestito finanziato attraverso il bilancio dell’Unione europea.
Sebbene la prima sia l’opzione favorita da Bruxelles, questa incontra l’opposizione di diversi stati membri, tra cui il Belgio, che detiene la maggior parte di questi beni sovrani russi.
Zelensky ha anche fatto riferimento all’incontro dei leader europei anche in un post successivo.
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