Il mondo del calcio sudamericano è in lutto per la morte di Mario Pineida, notizia che ha colpito profondamente tifosi e appassionati. Il difensore ecuadoriano, volto noto del Barcelona Sporting Club ed ex nazionale, è scomparso in modo improvviso, lasciando sgomento dentro e fuori dal campo.
Una perdita che va oltre lo sport e che riaccende l’attenzione su un clima di forte tensione che da tempo attraversa l’Ecuador. Pineida era considerato un professionista serio, rispettato nello spogliatoio e seguito con affetto dal pubblico. Ma come è morto e chi era il giocatore sudamericano? Scopriamolo ripercorrendo la sua carriera.
Mario Pineida è morto durante un agguato armato nella città di Guayaquil. Il calciatore si trovava nel quartiere Samanes 4, nella zona nord della città, quando è stato colpito da una sparatoria avvenuta all’esterno di un’attività commerciale.
Pineida è stato raggiunto da diversi colpi e per lui non c’è stato nulla da fare. Nell’agguato è rimasta ferita anche un’altra persona. Le autorità hanno avviato immediatamente le indagini per chiarire la dinamica e le responsabilità dell’accaduto.
Mario Pineida aveva 33 anni. Nato in Ecuador, era cresciuto in un contesto popolare dove il calcio rappresentava l'unica via di riscatto dalla strada. Fin da giovane aveva mostrato qualità importanti, diventando una promessa del calcio sudamericano.
Il suo percorso di crescita lo aveva portato a diventare uno dei terzini più interessanti del calcio ecuadoriano. Fuori dal campo conduceva una vita riservata, lontana dai riflettori, molto legata alla famiglia e alle proprie radici.
Mario Pineida ha avuto un'ottima carriera sia a livello di club che con la nazionale. Difensore laterale di spinta, ha vestito a lungo la maglia del Barcelona Sporting Club facendosi notare per le prestazioni convincenti. Nel corso degli anni ha collezionato diverse presenze con la nazionale ecuadoriana, partecipando alle qualificazione Mondiali di Russia 2018 e Qatar 2022.
Nel 2022 ha vissuto un’esperienza all’estero con il Fluminense, in Brasile, contribuendo alla vittoria del campionato carioca. Negli ultimi mesi aveva cominciato a riflettere sul possibile ritiro, prima che la tremenda sparatoria spezzasse la sua vita.
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