18 Dec, 2025 - 14:21

Accordo Ue-Mercosur, tra proteste degli agricoltori e divisioni tra stati membri: perché è importante e quali sono i timori

Accordo Ue-Mercosur, tra proteste degli agricoltori e divisioni tra stati membri: perché è importante e quali sono i timori

Il Consiglio europeo di Bruxelles si confronta sull’accordo Ue-Mercosur mentre migliaia di agricoltori europei protestano nelle strade della capitale belga. Il patto commerciale promette di eliminare i dazi su una vasta gamma di beni tra l’Europa e cinque paesi sudamericani, ma divide l’opinione pubblica e alcuni stati membri, tra timori per il settore agricolo e le normative ambientali e la possibilità di rafforzare le esportazioni europee.

L'accordo Ue-Mercosur: le proteste

Migliaia di agricoltori europei si sono radunati il 18 dicembre 2025 a Bruxelles per protestare contro l'accordo Ue-Mercosur. La manifestazione si è svolta proprio il giorno dell'incontro dei capi di stato e di governo europei.

I manifestanti hanno bloccato le strade della capitale belga con trattori, mentre i leader dei 27 stati membri dell'Ue si incontravano per discutere una serie di politiche decisive, come l'uso dei beni congelati per un prestito di riparazione per finanziare l'Ucraina e, appunto, l'accordo commerciale con il Mercosur.

Cosa prevede l'accordo e le divisioni

Il patto commerciale con l'organizzazione economica regionale del Sudamerica prevede, in linea generale, l'eliminazione dei dazi su una larga fetta di beni scambiati tra il blocco europeo e cinque paesi: Argentina, Bolivia, Brasile, Paraguay e Uruguay, per un periodo di 15 anni.

L'accordo Ue-Mercosur divide però l'opinione pubblica europea. Secondo i sostenitori, un accordo potrebbe rappresentare un’alternativa su due fronti, in un periodo di tensioni commerciali globali: le imposte adottate dagli Stati Uniti e i controlli sulle esportazioni della Cina. Dall'altro lato, i critici esprimono timori su due effetti negativi principali: danneggiare il settore agricolo dell’Unione Europea e ridurre l’efficacia delle normative ambientali.

Si tratta di un accordo di rilevanza economica su scala globale. Se verrà concordato, il patto coinvolgerebbe direttamente un mercato complessivo di 780 milioni di persone e rappresenterebbe circa il 25 per cento del PIL mondiale.

Questo vasto accordo di libero scambio consentirebbe all’UE di aumentare le esportazioni verso l’America Latina di prodotti come veicoli, vini e liquori. Allo stesso tempo, faciliterebbe l’ingresso in Europa di prodotti sudamericani come carne bovina, zucchero, miele, riso e soia, provenienti da paesi con regolamentazioni meno rigide rispetto a quelle europee.

Le opposizioni di Parigi

Tra i paesi membri dell'Ue, la Francia guida l'opposizione ad un accordo di libero scambio con il Mercosur. Il presidente francese, Emmanuel Macron, chiede ulteriori negoziati all'inizio del 2026.

Parigi vuole un rinvio fino a quando non saranno soddisfatte alcune condizioni per proteggere l'economia, la sicurezza alimentare e gli standard europei. Il governo francese chiede infatti garanzie contro perturbazioni economiche, normative più severe per i paesi del Mercosur e ispezioni più rigorose nei porti dell'Ue.

Macron ha già affermato di aver discusso con Italia, Austria, Belgio, Irlanda e Polonia sulla possibilità di posticipare l'accordo. Anche Roma si è unita alla Francia in vista del Consiglio europeo.

Sia la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, sia il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, mirano a raggiungere un accordo durante la riunione dei leader europei. Resta però concreto un eventuale rinvio della decisione finale.

Il sì di Berlino

Al contrario delle posizioni della Francia, il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, ha dichiarato, prima del Consiglio europeo, che ritardare o addirittura abbandonare l’accordo avrebbe avuto un impatto negativo sull’immagine internazionale del blocco europeo.

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Se l'Unione europea vuole rimanere credibile nella politica commerciale globale, allora le decisioni devono essere prese ora.

Da ricordare che le trattative per raggiungere un patto commerciale sono durate un quarto di secolo.

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