Pandora è tornata. E come sempre quando c’è di mezzo James Cameron, il botteghino ha iniziato a tremare già dal primo giorno.
"Avatar: Fire and Ash" (in Italia "Avatar - Fuoco e cenere") è arrivato nelle sale e ha immediatamente acceso la discussione: incassi da capogiro o partenza più cauta? La risposta, come spesso accade con la saga blu più famosa del cinema, è nel mezzo.
I numeri sono solidi, il pubblico c’è, e il confronto con i capitoli precedenti è già diventato terreno di scontro tra fan, analisti e addetti ai lavori.
Negli Stati Uniti "Avatar: Fire and Ash" ha esordito con 36,5 milioni di dollari nel solo giorno di venerdì - data del debutto della pellicola sul grande schermo - distribuiti in 3.800 sale nordamericane.
Un risultato che ha immediatamente proiettato il film verso un weekend d’apertura stimato tra 85 e 90 milioni di dollari sul mercato interno.
Non è un record assoluto, ma è un debutto robusto, soprattutto considerando che Cameron non ha mai puntato tutto sull’effetto "prima settimana". Il confronto è inevitabile:
"Fire and Ash" si piazza esattamente in mezzo. E per chi conosce la storia della saga, questo dato dice molto più di quanto sembri.
Se il mercato nordamericano scalda i motori, quello internazionale fa esplodere i contatori. Sommando gli incassi esteri, "Avatar: Fire and Ash" punta a circa 365 milioni di dollari globali entro la fine del weekend di debutto.
Un dato che rafforza una convinzione ormai consolidata: "Avatar" non è solo un fenomeno USA, ma un evento planetario. È successo con il primo film, è successo con "La via dell’acqua", e tutto lascia pensare che anche questo terzo capitolo seguirà la stessa traiettoria.
Non a caso, entrambi i precedenti capitoli hanno superato i 2 miliardi di dollari worldwide, con il primo "Avatar" arrivato a 2,92 miliardi, diventando il film di maggior incasso della storia. Se "Fire and Ash" dovesse replicare quel percorso, la saga entrerebbe in un territorio mai esplorato prima: tre film sopra i 2 miliardi.
Roba da manuali di cinema.
E l’Italia? Altro che fanalino di coda. "Avatar - Fuoco e cenere" ha acceso il botteghino anche da noi, imponendosi nettamente in testa alla classifica.
Nella giornata di sabato 20 dicembre, il film ha incassato 1.897.380 euro, con una media di 3.540 euro in 536 cinema. Numeri che parlano chiaro: il pubblico italiano ha risposto presente, trasformando il kolossal di Cameron nell’evento cinematografico del weekend.
Dopo quattro giorni di programmazione, il totale italiano ha raggiunto 4.850.094 euro. Il confronto con "Avatar - La via dell’acqua" è inevitabile: il nuovo capitolo segna un -33% rispetto allo stesso periodo del sequel precedente.
Un calo che non sorprende gli analisti, considerando l’effetto novità ormai assorbito, ma che non intacca la solidità del risultato.
Il dato diventa ancora più interessante se si guarda il contesto generale. Il box office di sabato si è chiuso con 3.347.827 euro complessivi, in crescita del 52% rispetto alla settimana precedente. Un segnale chiaro: "Avatar" non solo incassa, ma traina tutto il mercato.
Dietro "Fuoco e cenere", il secondo posto è andato a "Norimberga", che ha incassato 404.404 euro, mentre "Zootropolis 2" ha chiuso terzo con 309.632 euro, portando il totale italiano oltre i 13,5 milioni di euro. Il confronto rafforza la leadership di Cameron: "Avatar" gioca proprio un altro campionato.
Dal punto di vista narrativo, "Avatar: Fire and Ash" segue Jake Sully, Neytiri e la loro famiglia in uno scontro contro un nuovo nemico, legato simbolicamente e visivamente all’elemento del fuoco. Un cambio di tono e di atmosfera che ha incuriosito il pubblico e rinfrescato l’immaginario della saga.
Il fuoco, contrapposto all’acqua del capitolo precedente, diventa metafora di conflitto, distruzione e trasformazione. Un elemento che Cameron usa non solo per spettacolarizzare, ma per rilanciare la posta emotiva della storia.
C’è un dato che ritorna sempre quando si parla di James Cameron: la resistenza nel tempo. I suoi film non esplodono e poi spariscono. Crescono. Settimana dopo settimana. Passaparola dopo passaparola.
È per questo che le aperture "moderate" non preoccupano gli addetti ai lavori. Anzi. Storicamente, quando Cameron parte senza fuochi d’artificio immediati, finisce per accendere un incendio lunghissimo al botteghino.
E "Fire and Ash" sembra già seguire quel copione.
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