Il percorso verso una stabilizzazione duratura di Gaza resta complesso e ancora incompleto. A oltre due mesi dall’entrata in vigore del cessate il fuoco, l’inviato speciale statunitense Steve Witkoff ha incontrato a Miami i rappresentanti di Qatar, Egitto e Turchia per valutare i risultati della prima fase della tregua e discutere le modalità di avvio delle fasi successive del piano di pace.
Mentre gli occhi sono rivolti alla diplomazia per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina, l’inviato speciale del presidente Trump, Steve Witkoff, ha incontrato a Miami i rappresentanti dei paesi mediatori, Qatar, Egitto e Turchia, per discutere lo stato della tregua a Gaza e i prossimi passi verso le fasi successive dell’accordo.
Un fragile cessate il fuoco è entrato in vigore il 10 ottobre 2025, dopo oltre due anni di combattimenti. Sebbene l’intesa abbia posto fine alla guerra, dopo oltre due mesi non si è ancora passati alla seconda fase della tregua, al di là delle dichiarazioni che indicano che ciò potrebbe avvenire nel prossimo futuro.
L’incontro a Miami rappresenta quindi un passaggio importante. Insieme a Witkoff erano attesi il primo ministro del Qatar, Mohammed Abdulrahman Al Thani, il ministro degli Esteri egiziano, Badr Abdelatty, e il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan. I mediatori hanno espresso il loro sostegno al piano di pace del presidente americano, composto da 20 punti, in seguito all’incontro del 19 dicembre.
Dopo l’incontro, il 20 dicembre, Steve Witkoff ha pubblicato una dichiarazione su X. Come previsto, i rappresentanti dei quattro paesi hanno dichiarato di essersi riuniti "per esaminare l'attuazione della prima fase del cessate il fuoco a Gaza e per portare avanti i preparativi per la seconda fase". Hanno inoltre esortato sia Israele che Hamas a "rispettare i propri obblighi".
We, the representatives of the United States of America, the Arab Republic of Egypt, the State of Qatar, and the Republic of Türkiye, met yesterday in Miami to review the implementation of the first phase of the Gaza ceasefire and to advance preparations for the second phase.…
— Special Envoy Steve Witkoff (@SEPeaceMissions) December 20, 2025
Si apprende che la prima fase del cessate il fuoco è considerata positiva, poiché ha già prodotto miglioramenti concreti sul terreno. È stato inoltre anticipato che la seconda fase dovrà essere più politica e strutturale, volta a creare una nuova amministrazione di Gaza, con un’autorità unica riconosciuta, capace di garantire sicurezza, servizi e ordine pubblico.
"La prima fase ha prodotto progressi, tra cui l'ampliamento dell'assistenza umanitaria, la restituzione delle salme degli ostaggi, il ritiro parziale delle forze e una riduzione delle ostilità. Nelle nostre discussioni sulla seconda fase, abbiamo sottolineato la necessità di creare un organo di governo a Gaza sotto un'autorità unificata per proteggere i civili e mantenere l'ordine pubblico", si legge nella dichiarazione.
Oltre agli aspetti politici e di sicurezza, è stato discusso anche un piano più ampio di integrazione regionale, considerato fondamentale per il futuro di Gaza e dell’area circostante. In particolare, sono stati indicati come elementi indispensabili "la facilitazione degli scambi commerciali, lo sviluppo delle infrastrutture e la cooperazione in materia di energia, acqua e altre risorse condivise".
"In questo contesto, abbiamo espresso il nostro sostegno all'istituzione e all'operatività a breve termine del Board of Peace come amministrazione di transizione per i settori civile, di sicurezza e di ricostruzione", si legge ancora nella dichiarazione.
Inoltre, sono stati esaminati i prossimi passi per mettere in pratica il Piano di Pace Globale per Gaza in modo graduale. Il processo dovrebbe avvenire in collaborazione con le istituzioni locali di Gaza e con i partner internazionali, indicando che l’attuazione del piano non sarà unilaterale ma condivisa e sottoposta a monitoraggio.
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.
I campi obbligatori sono contrassegnati con *