Una fetta di pandoro con una polvere d’alluminio, un soffio di ferro sul panettone, un tocco di rame sulla glassa. Potrebbe sembrare un’ironica rivisitazione natalizia in chiave fantascientifica, ma in realtà è ciò che molti consumatori rischiano inconsapevolmente di portare in tavola durante le feste. Dietro le luci e gli scintillii delle candeline pirotecniche – le famose fontane luminose che accendono torte e dessert durante pranzi e cenoni – si nasconde infatti una realtà meno scenografica: la dispersione di particelle metalliche sui dolci stessi.
A dimostrarlo è stato un nuovo studio condotto dall’Università Niccolò Cusano, all’interno del progetto Davenpros finanziato dalla Regione Lazio e guidato dal docente di Fluidodinamica Tiziano Pagliaroli. Il team di ricerca ha accertato che l’accensione di queste candeline produce una vera e propria “pioggia” di metalli che si deposita sul cibo, esponendo chi lo consuma a possibili rischi per la salute.
Le candeline “fontana” non sono semplici decorazioni: il loro funzionamento è sorprendentemente simile a quello dei propulsori a razzo. Come spiega il professor Pagliaroli, “queste candele riproducono in scala ridotta alcuni aspetti dei sistemi propulsivi aerospaziali, poiché contengono gli stessi metalli che vengono utilizzati nei razzi come propellenti”.
Alluminio, ferro e magnesio sono solo alcuni degli elementi coinvolti, ma per ottenere gli effetti cromatici più spettacolari vengono aggiunti anche rame, bario, silicio, calcio e stronzio – ciascuno responsabile di diverse sfumature di colore.
Durante la combustione, queste sostanze vengono rilasciate sotto forma di micro-particelle incandescenti, che non si disperdono lontano, ma si depositano proprio sulla superficie del dolce. È così che una torta di compleanno o di Natale può trasformarsi, senza che nessuno lo immagini, in un veicolo di contaminazione.
Lo studio dell’Università Niccolò Cusano nasce da un’intuizione durante un esperimento tutt’altro che dolciario. Il gruppo di ricerca stava infatti testando un nuovo sensore di misura capace di rilevare la velocità con cui le particelle di ossido di alluminio vengono espulse dai missili che portano satelliti in orbita. L’obiettivo del progetto Davenpros, realizzato in collaborazione con Università Roma Tre e il Centro Ricerche Enea di Casaccia, è quello di ottimizzare le prestazioni dei propulsori spaziali.
Tuttavia, grazie alla curiosità dei ricercatori e alla versatilità del sensore, è nata l’idea di applicare la stessa tecnologia alle candeline decorative. I risultati hanno rivelato che le particelle metalliche vengono espulse a una velocità compresa tra 20 e 80 metri al secondo, ricadendo su un’area di pochi decimetri quadrati — esattamente la superficie media di una torta.
I dati raccolti dal team della Cusano trovano conferma anche in studi internazionali. Una ricerca pubblicata su Food Analytical Methods ha mostrato che queste candeline disperdono residui contenenti metalli potenzialmente tossici, come bario (0,3%), rame (0,18%), stronzio (0,06%), ferro (0,03%) e alluminio (0,02%). Anche se le quantità possono sembrare minime, rappresentano comunque una forma di contaminazione indesiderata per alimenti destinati al consumo umano.
Gli esperti sottolineano che le dosi rilevate possono superare i limiti di sicurezza giornalieri stabiliti dalle agenzie sanitarie internazionali, soprattutto per bambini o persone sensibili. L’ingestione di metalli come l’alluminio o il ferro, anche in tracce, può provocare disturbi gastrointestinali, irritazioni e, nel lungo periodo, accumuli dannosi per organi e tessuti.
Il messaggio degli studiosi dell’Università Niccolò Cusano è chiaro: le fontane luminose sono prodotti di intrattenimento, non accessori alimentari. La combustione di questi dispositivi genera una dispersione di micro-particelle metalliche che finiscono inevitabilmente sul cibo. Per questo motivo, i ricercatori consigliano di usarle con moderazione, mantenendole a distanza dagli alimenti, o meglio ancora, di scegliere alternative decorative più sicure.
Illuminare una torta fa sempre piacere, soprattutto a Natale o durante i compleanni. Ma la bellezza effimera di una scintilla non dovrebbe mettere a rischio la salute. E grazie allo studio condotto alla Cusano, oggi possiamo saperlo con certezza scientifica.
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