Il governo israeliano ha approvato la creazione di nuovi insediamenti nella Cisgiordania occupata, una decisione che segna un’ulteriore accelerazione della politica di espansione territoriale portata avanti negli ultimi anni. La mossa ha suscitato forti critiche da parte di coloro che la considerano un serio ostacolo alla prospettiva di uno Stato palestinese sovrano.
Il governo israeliano ha approvato una proposta per la creazione di 19 nuovi insediamenti nella Cisgiordania occupata.
"Il governo ha approvato la proposta che ho presentato insieme al mio amico, il Ministro della Difesa Israel Katz, di dichiarare e regolamentare 19 nuovi insediamenti!" ha affermato il ministro delle Finanze israeliano, Bezalel Smotrich, in un post pubblicato su X il 21 dicembre 2025.
La decisione porterà il numero totale di nuovi insediamenti approvati negli ultimi anni a 69. Nel mese di agosto, il governo israeliano ha inoltre dato il via libera a un piano per la costruzione di oltre 3mila abitazioni nell’area nota come E1, situata tra Gerusalemme e Maale Adumim. Il progetto era rimasto bloccato per decenni a causa della forte opposizione della comunità internazionale.
"In tre anni abbiamo regolamentato 69 nuovi insediamenti: un record senza precedenti", ha aggiunto il ministro israeliano.
הקבינט אישר את ההצעה שהעלתי יחד עם ידידי שר הביטחון ישראל כ"ץ להכריז ולהסדיר 19 יישובים חדשים!
— בצלאל סמוטריץ' (@bezalelsm) December 21, 2025
ממשיכים לעשות היסטוריה בהתיישבות ובמדינת ישראל.
ב"ה אחרי עשרים שנה אנחנו מתקנים עוול כואב ומחזירים את גנים וכדים למפת ההתיישבות, לצד עוד יישובים חשובים בכל רחבי יהודה ושומרון.
בתוך… pic.twitter.com/K4FAVsvLpw
Smotrich, esponente dell’ultradestra israeliana, è uno dei più convinti sostenitori dell’espansione degli insediamenti israeliani nella Cisgiordania occupata. La sua posizione si inserisce in una politica di lungo periodo volta a rafforzare la presenza israeliana nei territori occupati.
Secondo il gruppo israeliano anti-insediamenti Peace Now, "alla vigilia della formazione del governo, in Cisgiordania erano operativi circa 141 insediamenti ufficialmente riconosciuti, costruiti in 55 anni. L’attuazione delle decisioni del governo aumenterebbe tale numero di quasi il 50 per cento".
Questi insediamenti sono considerati illegali secondo il diritto internazionale e la mossa è vista da molti osservatori come un ostacolo alla creazione di uno Stato palestinese. La loro espansione, infatti, riduce la continuità territoriale necessaria per uno stato sovrano.
Questo punto è stato evidenziato anche dal Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. Guterres ha inoltre affermato che l’espansione continua degli insediamenti israeliani sta aumentando le tensioni e rende più difficile per i palestinesi accedere alle loro terre.
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