La politica e le istituzioni locali, ma non solo, sempre più sotto attacco, vittime di minacce e intimidazioni. La violenza corre soprattutto sul web e sui social dove negli ultimi 10 anni è esploso il fenomeno degli odiatori da tastiera.
Tuttavia resistono anche le pratiche più tradizionali e dirette come scritte sui muri e intimidazioni verbali.
Dal 2013 al 2024, in Italia, oltre settemila amministratori locali sono stati vittime di intimidazioni. Un numero che non è solo una statistica, ma il segnale di una crescente pressione su chi rappresenta il primo presidio dello Stato nei territori.
Sindaci, consiglieri comunali e membri delle giunte vivono sempre più spesso sotto la minaccia di insulti, atti vandalici e aggressioni, soprattutto attraverso i social network.
E' la fotografia inquiestante che emerge dal nuovo report della Direzione centrale della Polizia Criminale che pone interrogativi seri sulla tenuta della democrazia locale e sulla sicurezza degli amministratori pubblici.
Secondo i dati ufficiali, dal 2013 al 2024 si contano 7.805 atti intimidatori contro amministratori locali. Nel solo 2024 gli episodi sono stati 630, con un incremento del 13,9% rispetto al 2023, quando erano stati registrati 553 casi.
In media, quasi due amministratori al giorno sono finiti nel mirino di minacce o aggressioni.
La Puglia si conferma la regione più colpita, con 85 episodi nel 2024, in netto aumento rispetto ai 54 dell’anno precedente. A livello provinciale, le aree più esposte risultano Lecce, Cosenza, Torino e Napoli, anche se il capoluogo campano mostra un lieve calo rispetto al 2023.
Le vittime principali restano i sindaci, che rappresentano il volto più immediato delle istituzioni per i cittadini.
NAel 2024, il 55,6% degli atti intimidatori ha colpito proprio loro, seguiti dai consiglieri comunali e dai componenti delle giunte.
Le matrici delle intimidazioni sono eterogenee: nel 24% dei casi si tratta di conflitti di natura privata, mentre tensioni politiche e sociali rappresentano complessivamente oltre il 23%.
In quasi il 43% degli episodi, però, la matrice non è ancora stata individuata.
Uno degli aspetti più preoccupanti emersi dal report riguarda il cambio di modus operandi.
Nel 2024, la forma di intimidazione più frequente è stata la pubblicazione di contenuti ingiuriosi o minacciosi sul web e sui social network.
Con 156 episodi, si registra aumento del 19,1% rispetto all’anno precedente. Facebook si conferma la piattaforma più utilizzata, segno di come le minacce digitali siano ormai parte integrante del fenomeno.
Anche gli amministratori regionali non sono immuni: nel 2024 si contano 15 episodi, legati soprattutto a tensioni socio-politiche.
In questo contesto, la violenza verbale online si affianca alle forme più tradizionali, come scritte sui muri e danneggiamenti, rendendo il fenomeno più pervasivo e difficile da contrastare.
Il report evidenzia così una sfida cruciale per lo Stato: garantire sicurezza e sostegno a chi amministra i territori, affinché l’impegno pubblico non diventi un rischio personale insostenibile.
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.
I campi obbligatori sono contrassegnati con *