Si è tolto la vita nell'abitazione in cui viveva insieme ai genitori a Santi Cosma e Damiano, in provincia di Latina, la notte precedente al rientro a scuola, lo scorso 11 settembre. Paolo Mendico aveva solo 14 anni, ma da tempo ormai, secondo la famiglia, era vittima di bullismo da parte di alcuni coetanei.
Lo chiamavano "Paoletta" o "Nino D'Angelo", semplicemente perché portava i capelli lunghi e amava la musica. Della vicenda si stanno ora occupando due Procure: quella di Cassino e quella per i Minori, che ha iscritto nel registro degli indagati per istigazione al suicidio i nomi di quattro compagni di classe del giovane.
Alla doppia inchiesta giudiziaria si è aggiunta la relazione degli ispettori del MiM, inviata al ministro Giuseppe Valditara dopo una serie di accertamenti svolti presso l'Istituto tecnico Pacinotti di Latina, frequentato da Paolo nella succursale di Santi Cosma e Damiano.
Nel documento, citato da La Repubblica, gli ispettori evidenzierebbero la mancata applicazione, da parte della scuola, del protocollo antibullismo, nonostante la classe del 14enne fosse stata segnalata come "problematica" e caratterizzata da "comportamenti non conformi" al regolamento d'Istituto.
Non risulterebbe avviata, in sostanza, alcuna valutazione approfondita degli episodi segnalati, "indipendentemente dalla qualificazione giuridica degli stessi". Per gli ispettori, a fronte del contesto, si sarebbe dovuto procedere, invece, con interventi più strutturati.
Nella relazione, lunga 28 pagine, i firmatari chiederebbero anche ufficialmente l'avvio di tre procedimenti disciplinari a carico della dirigente scolastica, della vice e della responsabile della succursale per presunte "condotte omissive". Si ritiene cioè che non abbiano promosso iniziative adeguate pur essendo a conoscenza delle criticità presenti nella classe.
Criticità messe in luce più volte dagli stessi genitori del 14enne, la cui ricostruzione è stata ritenuta più attendibile rispetto a quella emersa dopo l'accaduto dalle dichiarazioni del personale scolastico. Smentita, peraltro, dai verbali di consiglio di classe, in cui si parlerebbe di problemi disciplinari già a partire dal dicembre del 2024, poi aggravatisi nel corso dell'anno.
Proseguono, intanto, le indagini della Procura di Cassino e della Procura per i Minori, entrambe aperte con l'ipotesi di reato di istigazione al suicidio, nel primo caso contro ignoti. Gli inquirenti stanno analizzando le chat scambiate tra i ragazzi, considerate rilevanti per chiarire quanto vissuto dal 14enne.
La madre aveva raccontato in un'intervista a Tag24 di "vessazioni continue". "Paolo veniva spintonato, insultato, preso in giro con aggettivi dispregiativi, calciato vicino allo zaino, addirittura una volta è stato spinto contro il muro", aveva dichiarato. "Se la scuola fosse stata più attenta, forse oggi sarebbe ancora vivo".
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