28 Dec, 2025 - 12:30

Montaruli (FdI) chiede l’espulsione dell’imam Shahin: esposto in Procura dopo l'inchiesta di Genova

Montaruli (FdI) chiede l’espulsione dell’imam Shahin: esposto in Procura dopo l'inchiesta di Genova

La richiesta di espulsione dell’imam della moschea Omar di via Saluzzo a Torino torna al centro del dibattito politico e istituzionale dopo l’iniziativa annunciata da Augusta Montaruli, vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera. 

La deputata ha dichiarato l’intenzione di presentare un esposto alla Procura in merito alla moschea  e al suo imam Mohamed Shahin, già destinatario in passato di un provvedimento di espulsione del Ministero dell’Interno poi sospeso dalla Corte d'Appello di Torino.

La presa di posizione dell'esponente di Fratelli d'Italia arriva alla luce di nuovi elementi emersi da un’inchiesta della magistratura di Genova su presunti finanziamenti occulti ad Hamas, che nella giornata di ieri – 27 dicembre 2025 – ha portato all'emissione di nove misure cautelari.

Inchiesta in cui l'imam non riusulta indagato ma in cui compare solo in alcune intercettazioni.

Elementi che, secondo Montaruli dovrebbero essere approfonditi e che renderebbero superate le precedenti valutazioni giudiziarie che avevano portato alla sospensione del precedente decreto di espulsione.

Nel rispetto del principio di presunzione di innocenza, la parlamentare chiede ora di approfondire nelle sedi competenti

Imam Shahin, Montaruli annuncia esposto in Procura per espulsione

Secondo quanto affermato dalla deputata di Fratelli d’Italia in una nota diffusa oggi, domenica 28 dicembre, la sua iniziativa nasce dalla convinzione che le precedenti decisioni giudiziarie non abbiano tenuto conto di elementi ritenuti rilevanti

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“L’imam Shahin deve essere espulso e per questo presenterò un esposto in procura sulla moschea Omar e il suo Imam Shanin, già destinatario di un provvedimento di espulsione del Viminale”,

ha dichiarato Montaruli.

La parlamentare contesta in particolare le motivazioni dell’ordinanza con cui la Corte d’appello aveva consentito il ritorno in libertà dell’imam, sostenendo che “già presentavano lacune, non avendo profili di novità, e risultando totalmente carenti circa le aderenze con la fratellanza mussulmana”.

A suo avviso, tali valutazioni sarebbero oggi “totalmente superate alla luce di ulteriori elementi”.

L’esposto, come chiarito dalla stessa Montaruli, mira a sottoporre all’attenzione dell’autorità giudiziaria il ruolo della moschea e della sua guida religiosa, affinché siano svolti ulteriori accertamenti nel pieno rispetto delle garanzie previste dall’ordinamento.

Montaruli: “Verificare  i contatti con tutti i soggetti indagati ed in particolare con Hannoun”

Il secondo elemento centrale richiamato dalla deputata riguarda un’inchiesta condotta dalla Procura di Genova. In questo contesto, Montaruli fa riferimento a intercettazioni nelle quali compare l’imam Shahin, pur precisando che lo stesso non risulta indagato.

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“L’intercettazione nell’ambito dell’inchiesta di Genova che vede coinvolto, anche se non indagato, l’imam della moschea di Via Saluzzo getta infatti ombre inquietanti”,

ha affermato, ritenendo che tali elementi “rafforzano le motivazioni dell’espulsione, da chiarire anche sul profilo penale”.

La parlamentare sottolinea inoltre la necessità di verificare eventuali contatti con soggetti indagati, in particolare con Hannoun.

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“Il ruolo di guida della moschea e le attività da quest’ultima intrattenute sono oggetto degli elementi che sottopongo all’attenzione dell’autorità giudiziaria nell’esposto, affinché verifichi in maniera più approfondita i contatti con tutti i soggetti indagati ed in particolare con Hannoun, principale soggetto sottoposto alla misura cautelare per la rete di finanziamenti ed il sostegno ad Hamas”.  

Montaruli chiede quindi chiarimenti sui flussi di denaro e sulle attività presentate come beneficenza, affermando che “ora vogliamo i nomi di coloro che hanno effettuato i bonifici alle associazioni coinvolte nell’ambito dell’inchiesta di Genova”.

Resta fermo che ogni valutazione definitiva spetterà esclusivamente alla magistratura. Le dichiarazioni della deputata si collocano sul piano politico e istituzionale, nel solco di una richiesta di approfondimento che, come previsto dalla legge, dovrà avvenire nel rispetto della presunzione di innocenza e dei diritti di tutte le persone coinvolte.

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