La Serie A ha deciso di ritirare il pallone arancione introdotto a partire dalla dodicesima giornata e di tornare ai colori tradizionali. A confermarlo è stato il presidente della Lega, Ezio Maria Simonelli, che nelle ultime ore ha annunciato la retromarcia ufficiale.
Il pallone arancione, scelto per migliorare la visibilità in caso di pioggia, nebbia o neve, ha creato problemi e polemiche sin dal suo debutto. Dopo settimane di lamentele, la Lega ha deciso di chiudere un capitolo non certo entusiasmante e tornare alla soluzione più pratica.
Il flop del pallone arancione è stato legato principalmente a questioni di visibilità. Per circa 2,5 milioni di daltonici, infatti, la sfera in Fluo Orange si sovrappone al verde del campo rendendo impossibile seguire la partita in televisione.
Le proteste, definite legittime dallo stesso presidente Simonelli, hanno costretto la Lega a intervenire subito. Il colore, pensato per risaltare in condizioni estreme, si è rivelato poco efficace e ha generato le critiche dei tifosi. Le proteste via social hanno fatto la loro parte, creando i presupposti per un dietrofront annunciato.
Il ritorno al colore tradizionale avrà bisogno di tempo. Simonelli ha spiegato che la Lega Serie A ha già chiesto al fornitore di anticipare la produzione dei nuovi palloni, ma servirà qualche settimana prima di sostituire completamente quelli arancioni.
La scelta sarà tra bianco o giallo, colori più visibili sia sul campo che in TV. Ogni partita richiede circa 25 palloni, tra quelli da gara e per gli allenamenti, e anche per questo le tempistiche saranno leggermente più lunghe del previsto.
Fin dall’inizio, la scelta del pallone arancione è apparsa infelice. L'arancione è sempre stato impiegato in caso di neve per aumentare la visibilità, ma per chi è daltonico il contrasto con l’erba è a dir poco fastidioso. A confermarlo è stato lo stesso Simonelli ai microfoni di Radio Anch’io Sport su Rai Radio 1.
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