Dramma a Novara, dove una donna di origini turche di 30 anni è stata picchiata e ferita dal marito, al culmine di un diverbio.
A lanciare l'allarme, contattando il 112, è stata la sorella, preoccupata dopo aver ricevuto da lei un messaggio in cui diceva di temere per la propria incolumità.
Quando gli agenti sono intervenuti nell'abitazione, nella notte tra il 27 e il 28 dicembre 2025, hanno trovato la donna sul ballatoio, con segni di percosse sul volto, sugli arti e sull'addome. Presenti in casa il marito e altri familiari.
Secondo quanto emerso, la donna, visibilmente traumatizzata e incapace di parlare italiano, ha raccontato i fatti con all'aiuto di un interprete, rivelando un'aggressione brutale.
Il marito l'avrebbe aggredita con violenza e ferita con un coltello da cucina al culmine di una serata trascorsa con parenti dell'uomo. La donna ha inoltre raccontato di violenze in atto ormai da tempo.
Sul posto gli investigatori hanno sequestrato un coltello compatibile con la testimonianza della vittima, mentre il sospettato ha respinto ogni accusa, ipotizzando lesioni autoinflitte.
Trasportata d'urgenza al Pronto Soccorso dell'Ospedale Maggiore di Novara, la vittima ha ricevuto le cure mediche necessarie e, in seguito, ha aggiunto ulteriori dettagli sulla situazione con il coniuge.
Ha spiegato come l'episodio fosse esploso dopo una riunione familiare, con il marito che avrebbe improvvisamente cambiato umore, fino a diventare aggressivo.
Non un caso isolato, secondo la testimonianza della vittima. La 30enne ha confessato di subire maltrattamenti e minacce da mesi, sin dal suo arrivo in Italia lo scorso ottobre, ma di aver taciuto per paura di ritorsioni e per il timore di compromettere il suo permesso di soggiorno.
La sorella della vittima, interrogata dagli agenti, ha corroborato il racconto, confermando di conoscere precedenti episodi di abusi.
Il 33enne turco è stato arrestato con l'accusa di maltrattamenti aggravati e lesioni personali.
È stato quindi condotto nella casa circondariale di Novara, dove è a disposizione dell'autorità giudiziaria.
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