Questo almeno fino a quando il cinico pragmatismo del mondo contemporaneo non si mette in mezzo, spingendoli ad abbandonare lo 'spirito d'improvvisazione' che li aveva uniti (tipico del jazz, la passione di Sebastian che svela, così, la sua magnifica metafora). Una macchia di muffa sul soffitto; la telefonata della madre di Mia, preoccupata per l'instabilità lavorativa ed economica della figlia e del suo nuovo fidanzato, ed ecco Sebastian decidere controvoglia di mettere da parte "per il momento" (ma non è mai solo un momento, in questo periodo storico…) il suo sogno di aprire un locale jazz per firmare un contratto con la band di un suo ex socio.
Il rapporto tra Mia e Sebastian vacilla, ma non a causa del conflitto tra amore e successo artistico/professionale (come avveniva in "New York, New York" di Martin Scorsese, spesso tirato in ballo assai a sproposito come termine di paragone per il film di Chazelle), bensì per lo scontro tra quell'amore e la possibilità di poterselo permettere, economicamente innanzitutto. Una possibilità che la generazione dei trentenni-quarantenni di oggi non sempre ha, perché il mondo in cui vivono permette di 'sognare un sogno alla volta': o l'amore unico e insostituibile o la stabilità lavorativa ed economica, che per esser conquistati richiedono pari dedizione e coinvolgimento. In questa riflessione stanno la grandezza e la contemporaneità di "La La Land", cioè nella capacità del regista Damien Chazelle, che ha poco più di trent'anni, di raccontare un malessere della sua generazione facendolo risaltare nella contrapposizione nostalgica con altre epoche cinematografiche e, soprattutto, socio-economiche.
Forse, però, a volerla vedere, una scintilla di ottimismo e speranza permane per Mia e Sebastian e per i loro coetanei spettatori in sala.
I due protagonisti, infatti, ritrovano la forza del loro legame per l'ultima, decisiva audizione di Mia (che infatti, al contrario di tutti i fallimentari provini precedenti della ragazza, è un'improvvisazione) e da lì, sulla panchina, si dicono che il loro amore sarà eterno ("I will always gonna love you"). Ma mentre il finale sembra dirci che non sarà così, quella sequenza di ballo che ricostruisce, come in un sogno, sulle note di Sebastian al pianoforte nel suo locale, tutte le tappe della loro storia se i due avessero seguito le loro passioni, ignorando il cinismo del mondo esterno, sembra rispondergli che "un sogno non esclude l'altro, basta credere a entrambi, fino in fondo. E si può fare".Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.
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