18 Jul, 2018 - 15:41

Prematurità (Erika Vitrano): "Fenomeno in crescita"

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Prematurità: cosa significa nascere prima del previsto per il corpo e per la mente? Oggi il numero dei nati pretermine è aumentato, per questo è necessario incrementare l'informazione. Ne abbiamo parlato a #genitorisidiventa, su Radio Cusano Campus, con la dottoressa Erika Vitrano, psicologa, che ha detto: "Il parto pretermine si realizza prima della 37esima settimana di gestazione, prima della 32 settimana o addirittura sotto le 28 settimane, si parla dei molto pretermine. Il fenomeno è in crescita, l'OMS osserva che ogni anno un bambino su dieci nasce prematuro e un milione di bambini muore per questa ragione."

L'interferenza col sistema nervoso

Cosa accade al momento della nascita? Il bambino pretermine, il cui Sistema Nervoso Centrale e tutti gli apparati ad esso connessi è immaturo, alla nascita non trova il corpo della madre ad accoglierlo e a rassicurarlo, ma mani frettolose ed invasive di operatori alle prese con procedure assolutamente necessarie – ha spiegato Vitrano – quindi l’evento in sé non solo è critico ma interferisce con l'adattamento alla vita extrauterina e comporta uno stress elevatissimo poiché le sollecitazioni esterne vengono affrontate da un organismo ancora immaturo

Rottura madre - feto

 "La vita in utero è rassicurante per tutti - ha sottolineato l'esperta - nel caso dei prematuri si parla di improvvisa rottura madre - feto. Al momento della nascita la mamma e il bambino hanno bisogno l'uno dell'altro, si avverte la necessità di stare in contatto con la pelle e sentirsi vicini. Tutto questo non avviene se viene a crearsi una rottura traumatica, che richiederà una rinascita più faticosa."

 Quali sono gli effetti dei prematuri sulla famiglia?

Prematurità: il fenomeno ha conseguenze psicologiche da non sottovalutare sul resto della famiglia, quali? "I genitori si sentono inadeguati: temono che il bambino possa morire, avvertono un forte senso di inadeguatezza e hanno i sensi di colpa - ha concluso Erika Vitrano", indicandore la necessità di doversi occupare, oltre che dei piccoli anche della psicologia dei genitori.

Ascolta qui l'intervista integrale

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