Attacco M5S a giornalisti, Carlo Bonini, editoralista di Repubblica, è intervenuto ai microfoni della trasmissione Ho scelto Cusano – Dentro la Notizia condotta da Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano: Di Maio e Di Battista chiedano scusa per le loro parole miserabili. Se loro oggi sono lì è perché le vituperate puttane in questi anni hanno raccontato cosa accadeva nel Paese. Di Maio dovrebbe raccontarci come mai voleva far parte di questa congregazione di puttane e Di Battista dovrebbe spiegarci come mai è andato a fare la puttana e il pennivendolo in Sud America. Ricordo a entrambi che siamo una democrazia occidentale e non ancora la federazione russa. Di Maio dovrebbe rispondere in tribunale dei suoi epiteti ma si fa forte dell’immunità parlamentare. Legge su editori puri? Non mi stupirei se iniziassero a fare leggi nel settore dell’informazione, ma credo che in quel caso ci sarebbe una risposta del Paese che loro sottovalutano
I toni e gli argomenti, si fa per dire, delle uscite di Di Maio e Di Battista si qualificano da soli, qualificano chi li fa –ha affermato Bonini-. Ricordo a Di Maio e Di Battista che l’ultimo governo in Europa che ha dato della puttana a un giornalista è stato il governo maltese e la ‘puttana’ in questione si chiamava Daphne Caruana Galizia che è stata assassinata con un’autobomba. Ricordo a Di Maio che è iscritto all’ordine dei giornalisti della Campania e sarebbe interessante ci raccontasse come mai volesse far parte di questa congregazione di puttane e che cosa ricorda della sua esperienza nel giornale per cui lavorava. Ricordo che Di Battista negli ultimi 4-5 mesi in Sud America è andato anche lui a fare la puttana e il pennivendolo, magari ci spiegherà le ragioni di questo suo reportage. Vorrei ricordare a entrambi che il giornalismo è una cosa seria, così come è una cosa molto seria governare un Paese, vorrei ricordargli che le parole hanno un peso, che si può essere in disaccordo o criticare anche aspramente quello che i giornali raccontano, ma esistono strumenti civili e democratici per chiedere conto qualora si ritenga di essere stati offesi nella propria dignità. Esistono strumenti che ogni democrazia che possono attivati da chiunque. Ricordo soprattutto a entrambi che la qualità di una democrazia si misura dal rispetto della separazione dei poteri e che quando in una democrazia il controllato, non solo ritiene di dover scegliersi i controllori ma anche dargli la patente di credibilità, di civiltà, addirittura di esistenza, quella roba lì non si chiama più democrazia ma democratura. L’Italia è ancora una democrazia occidentale, non è ancora la federazione russa, non è ancora Singapore. Io credo che Di Battista e Di Maio dovrebbero chiedere scusa per le parole miserabili che hanno pronunciato e lo dovrebbero fare perché se oggi sono dove sono è perché le vituperate puttane in questi anni hanno raccontato ai cittadini cosa accadeva in questo Paese. Il loro consenso è figlio del racconto della realtà che le vituperate puttane hanno fatto in questi anni.
Credo che sia opportuno entrare nel merito di una discussione quando l’interlocutore ha interesse, intelligenza e capacità di sostenere una discussione nel merito –ha dichiarato Bonini-. Né Di Battista, né Di Maio, né Salvini hanno interesse ad aprire una discussione sulla qualità del giornalismo nel nostro Paese. Quindi credo sia tempo perso entrare nel merito. Io sono abituato a interloquire con chi dimostra interesse all’oggetto della discussione. Non mi interessa interloquire con uno squadrista o con, nel caso di Di Maio, con un parlamentare della Repubblica che, facendosi forte della sua immunità parlamentare, utilizza un linguaggio da trivio che se fosse un cittadino comune lo esporrebbe a dover poi argomentare il suo epiteto in un tribunale civile o penale.
Non mi stupirei se iniziassero a fare leggi nel settore dell’informazione –ha affermato Bonini-. Se lo faranno, quando lo faranno credo che ci sarà una risposta del Paese che sottovalutano. Accecati da se stessi, Di Maio, Di Battista e Salvini hanno dimenticato che questo Paese resta un Paese democratico e che il tempo delle buffonate è finito da un pezzo. Possono continuare a fare rumore strillando contro la stampa italiana, farebbero meglio a raccontare al Paese perché non sono in grado di mantenere quello che hanno promesso.