30 Oct, 2021 - 12:58

Andrea Fassi : "faccio il gelato, ma non è colpa mia."

logo tag24

Andrea Fassi, erede dell’impero Fassi e proprietario del Palazzo del Freddo a Roma, è stato ospite a Radio Cusano Campus a Rossi di Sera, e ci svela il suo amore-odio per il gelato.

Come sei riuscito a creare un luogo dove la gastronomia viene abbracciata a 360°?

Era l’unico modo che avevo per salvarmi dall’eredità – ride- e ha funzionato. Quest’anno sono 141 annidi attività sempre nello stesso luogo. Ho pensato di riempire questo posto magico di cose che mipiacciono. Di fatto io ho ereditato l’arte gelatiera, ma non è la mia passione.

Prima che arrivasse il destino che poi ti ha portato alla guida dell’azienda di famiglia, cosa volevi fare dagrande?

Mi piaceva e piace scrivere. Volevo percorrere una strada differente. Nel frattempo mi sono laureato inscienze politiche e ho voluto esportare il marchio Fassi all’estero. Abbiamo fatto una scelta ben precisa,ovvero non aprire altre sedi in Italia, e lasciare solo la sede storica a Roma nel quartiere esquilino. Allostesso tempo però ci siamo espansi in tutto il mondo, specialmente nell’estremo oriente, dove nonabbiamo portato il prodotto finito, il gelato, ma abbiamo esportato un metodo per lavorare secondo latradizione, ma utilizzando le materie prime che si trovano nei diversi territori.La mia grande passione però rimane la scrittura. E continuo a farlo.

Girò la leggenda che Fassi era stata comprata dai cinesi. È una fake news?

assolutamente si. Noi siamo andati in Cina ed in Korea per aprire altri punti vendita. Ma in realtà questacosa la iniziò mio padre, tanto tempo fa. Poi sono arrivato io e ho continuato a mantenere i rapporti e astudiare le materie prime che si trovano in quelle terre lontane, per creare dei gusti di gelato che sianopiù vicini alla loro cultura. Ad oggi, collaboriamo con un’azienda coreana, che ci aiuta nella ricerca enello sviluppo, e soprattutto ci aiuta a seguire le nostre sedi dislocate. Ma non siamo diventati cinesi –ride-.

Questo destino ti è sempre stato stretto, come hai fatto ad andare avanti e creare tante alternative,senza mai perdere però il contatto con quello che è il core-business della tua azienda?

l’alternativa è sempre stata la fuga. Ho viaggiato tantissimo e ho studiato sempre nuovi modi per tenerein piedi le mie passioni e non farmi coinvolgere troppo in una cosa che da un lato mi regala tantissimesoddisfazioni e mi inorgoglisce, ma dall’altra un po’ mi tiene ancorato ad una vita che non sento troppomia. Pensa che qualche tempo fa ho rischiato di diventare calciatore professionista in Australia

Questa del calciatore la devi raccontare però

In uno dei miei tanti viaggi sono finito per fare il cameriere in Australia. Sai, qui in Italia, specialmente aRoma, dove ringraziando il cielo la nostra realtà è estremamente radicata nel territorio, è difficilescrollarsi un pochettino di dosso questa, consentimi il termine, fama. Per inciso, io sono estremamentefortunato e felice di quello che rappresento, ma essendo una persona che vive di stimoli, ho affrontatoqueste nuove sfide andando all’estero e cercando di cavarmela sempre da solo. In questo viaggio inAustralia è capitato di venire a contatto con una realtà sportiva locale molto conosciuta ad Adelaide,dove mi trovavo, e ho cominciato a giocare a calcio in questa società nella (per fare un parallelismo)serie B australiana. E mi sono divertito tantissimo. Poi la vita mi ha portato da altre parti, ma vabenissimo così.

Quindi però, di fatto, stai ancora cercando di fare lo scrittore?

certo. Lo faccio continuamente. Il laboratorio di scrittura creativa è nato anche per questo. Masoprattutto è nato per sviluppare le capacità di chi vuole avvicinarsi alla scrittura ma pensa di nonesserne in grado. Non credo, che per scrivere serva solo il talento.l’esercizio della scrittura va allenato. Io per esempio lo faccio portando avanti una serie di racconti che sichiama Papille, che faccio uscire periodicamente sui social. Questo mi aiuta a capire sempre di più comeaffinare la mia scrittura e mi tiene in allenamento.

Che cos’è Papille? Puoi raccontarcelo?

Papille è la storia di un critico gastronomico, che perde l’uso delle papille gustative. Ovviamente nonpuò dirlo a nessuno. Per continuare a fare quello per cui è pagato, deve cercare di descrivere i piatti chegli vengono sottoposti attraverso altri tipi di sensazioni. Ecco. Questo è Papille.Questo mi serve anche per mettere alla prova settimanalmente il mio modo di scrivere, e funziona.

Non abbiamo tempo per fermarci e leggere un racconto intero? Per questo pubblichi racconti?

si certo, ma non solo.  Nasce da un desiderio di cercare anche una lettura del cibo diversa. Purtroppo è diventata unamoda l’alimentazione ed il cibo. Avrei voluto che questo esercizio cambiasse anche l’angolazione dallaquale percepiamo il mondo della gastronomia. L’idea è quella di togliere l’attenzione sull’uomo e ridarlaal cibo. Sono letture veloci volutamente brevi, per creare curiosità e per far scoprire piano piano semprepiù lati di questo mondo, che un po’ vive di luce proprie e di protagonisti che in realtà, mettono insecondo piano il punto centrale: il cibo. il problema è che ognuno di noi ha una parte egocentrica, chepoi si mangia tutto. E anche se tu non vuoi, ti metti al centro della scena. Io vorrei che un giorno quelloche ho creato e sto portando avanti, vada avanti senza di me, oppure nonostante me. Se riuscirò asparire completamente, e a far rimanere i miei prodotti, significherà che ho raggiunto il mio obbiettivo.
AUTORE
foto autore
Redazione Tag24
condividi sui social
condividi su facebook condividi su x condividi su linkedin condividi su whatsapp
ARTICOLI RECENTI
LEGGI ANCHE