Situazione caotica in Libia, che ormai da tempo si ritrova all'interno dell'occhio del ciclone. Non solo il conflitto interno ha ripercussioni dal punto di vista bellico, ma anche nell'analisi governativa le carte rischiano di scoperchiarsi definitivamente. Ora la Libia ha nuovamente due premier: da una parte si trova il parlamento insediato a Tobruk, che ha incaricato all'unanimità l'ex ministro dell'Interno Fathi Bashagha di formare un nuovo governo. Parliamo di un esecutivo idoneo a rimpiazzare quello che ha sede a Tripoli sotto la guida di Abdel Hamid Dbeibah, sempre appoggiato dall'Organizzazione delle Nazioni Uniti.
Dbeibahannuncia che non ha alcuna intenzione di rassegnare le dimissioni. Lo fa seppur abbia di recente subito la sfiducia e essere stato oggetto di un attentato avvertimento nelle ultime ore. Lo stesso Dbeibah vuole cedere il potere solo a chi verrà scelto attraverso elezioni. Non è un caso che proprio oggi l'attuale capo del governo di unità nazionale libico ha ribadito di "svolgere sempre il proprio lavoro secondo le scadenze stabilite nella tabella di marcia". Parliamo della cosiddetta "roadmap", "approvata dal forum di dialogo" politico. A tutti gli effetti è solo il Consiglio presidenziale ad avere diritto di cambiare l'esecutivo. Lo scrive il sito Al Wasat il giorno dopo la nomina parlamentare dell'ex-ministro dell'Interno Fathi Bashagha a premier.
Ora la Libia si trova con un conflitto e due premier
La "mala gestio" degli affari libici ha delle ripercussioni dal punto di vista organizzativo. Due premier e una guerra in Libia. In un'intervista al canale libico Al Ahrar Dbeibah ha sottolineato che "quello che è successo" ieri "alla Camera dei Rappresentanti è una chiara violazione delle competenze del Consiglio di Presidenza". Come già dichiarato di recente, Dbeibah ha ribadito che "consegnerà il potere a un eletto del popolo libico", dato che "l'obiettivo dell'accordo politico e della roadmap è quello di giungere a elezioni". Aria dura sul fronte libico, tra sfiducia, approcci e allontanamenti.