Accadde oggi, 4 marzo 1975: Charlie Chaplin nominato Sir. Fu la Regina Elisabetta II a insignire il grande attore del prestigioso titolo di "cavaliere" del Regno Unito. Chaplin: nato a Londra nel 1889 e morto a Vevey in Svizzera nel 1977
Accadde oggi, 4 marzo 1975: Charlie Chaplin nominato Sir
Charlie Chaplin dopo un'infanzia difficile nei quartieri poveri di Londra, Chaplin entrò a far parte, molto giovane, della compagnia di pantomime di Fred Karno, con cui debuttò in teatro nel 1906. Arrivato negli Stati Uniti, nel 1911, fu scritturato nel 1913 da Mack Sennet per la produzione Keystone.
Il meraviglioso personaggio di Charlot
Per la Keystone interpretò numerosi cortometraggi comici nei quali si venne gradualmente definendo un costume e un tipo: bombetta, baffetti, scarpe larghe, canna, pantaloni larghi e giacchetta corta, un inconfondibile modo di camminare, che diventeranno universalmente noti come costitutivi della maschera di Charlot.
Il ritorno in Inghilterra
Alla fine del 1952, espulso dagli Stati Uniti per una indegna campagna scandalistica, Charlie Chaplin tornò in Inghilterra, e dal 1953 visse prevalentemente in Svizzera, dove scrisse anche le sue memorie. Convogliando nella sua opera elementi culturali e forme espressive specifiche, quali la pantomima e il circo, portò queste forme a un livello di assoluta originalità.
I film di Charlie Chaplin
Nei film di Chaplin si possono osservare i meccanismi del comico "puro", ovvero: la rottura del rapporto tra causa ed effetto, il ritmo che tende alla geometrizzazione, la stilizzazione dei gesti, l'imprevedibilità che tradisce le attese e le abitudini dello spettatore, lo sconvolgimento della logica. In questo troviamo la carica ribellista con il protagonista che appare nel suo sfondo concreto da cui si stacca come isolato.
Le caratteristiche dei film di Chaplin
Da un lato c'è la descrizione dell'apparente normalità di tante situazioni accettate, delle regole e delle convenzioni del perbenismo borghese, dei cerimoniali che vengono da Chaplin portati al grottesco. Dall'altro lato, però, quella società è vista, soprattutto come un limite o una esclusione della libertà individuale: da qui il rapporto del vagabondo con la società che lo espelle, le sue difficoltà di integrazione, che arrivano spesso al rifiuto o al fallimento.
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