17 Mar, 2022 - 14:55

Teatro Mariupol, dopo l'attacco la gente sta uscendo viva

Teatro Mariupol, dopo l'attacco la gente sta uscendo viva
Teatro Mariupol, dopo l'attacco la gente sta uscendo viva. Si vede chiaro la parola "bambini" nelle immagini della Maxar Technologies, una società privata statunitense che ha ripreso una grande scritta russa dipinta per terra fuori dal Mariupol Drama Theatre con il tetto rosso.

Teatro Mariupol dopo l'attacco

Le immagini sono state scattate prima che le forze del Cremlino sganciassero una potente bomba sul teatro della città portuale circondata da centinaia di civili, secondo quanto ha riportato il ministero degli Esteri ucraino. [embed]https://www.youtube.com/watch?v=9XiUAEjeBHs[/embed] Molte persone sarebbero rimaste intrappolate nel teatro e la Russia è stata accusata di aver commesso un crimine di guerra. Intanto a Mosca, il ministero della Difesa afferma che le sue forze non hanno colpito l'edificio, puntando il dito sul battaglione Azov, una milizia ucraina di estrema destra, sostenendo di averlo fatto saltare in aria, senza però fornire prove a sostegno dell'affermazione. Mariupol: la gente sta uscendo viva  Serhiy Orlov, vicesindaco di Mariupol, ha detto alla Bbc che il teatro ospitava tra le mille e le milleduecento persone. La conferma della presenza di civili nella struttura arriva anche da Human Wright Watch, che ne ha contate almeno 500 persone. E intanto sembrano essere 130 le persone che sono state tratte in salvo dalle macerie del teatro. Lo ha riferito la deputata ucraina, Olga Stefanyshyna, su Facebook rilanciata dall'agenzia Uniana. "Il rifugio antiaereo vicino al teatro di Mariupol ha resistito. Circa 130 persone sono già state tratte in salvo", ha scritto la parlamentare.

Le vittime nella città strategica

Nella città, strategica per le milizie coinvolte nel conflitto, sono morte almeno 2.500 persone dall’inizio della guerra, 400 mila presenti ancora in un territorio abbandonato al mirino di guerra, senza elettricità né gas, ma soprattutto testimone di un conflitto senza prospettive per gli abitanti, molti dei quali parlano la stessa lingua di chi li sta attaccando.
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Francesca Pierri
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