Sono almeno 90 i casi di vaiolo delle scimmie rilevati in tutto il mondo a partire da venerdì. Un caso accertato anche in Italia che riguarda un ragazzo toscano appena rientrato dalle Canarie. Due casi anche negli Stati Uniti dove però ci sono anche altri 50 casi sospetti ancora da confermare. La malattia di solito viene identificata al di fuori dell’Africa. Tuttavia sono in crescita i casi anche nelle altre parti dl mondo. In merito è intervenuta l'epidemiologa Maria Van Kerkhove, esperta dell'Organizzazione mondiale della sanità. Ma vediamo come si trasmette e quali sono i sintomi del virus.
Sintomi e cause del vaiolo delle scimmie
La malattia appartiene alla famiglia del virus del vaiolo che già conosciamo ma ha sintomi più lievi. Le persone infettate di solito guariscono entro due o quattro settimane da quanto si presenta il virus. Non richiede ospedalizzazione se non in pochi sporadici casi. Il virus si trasmette per contatto cutaneo con una persona sintomatica.
Le parole della Van Kerkhove
Non stiamo vedendo lo schema tipico della trasmissione del vaiolo delle scimmie. Conosciamo questo virus da 40 anni. Nei Paesi che non hanno mai avuto casi prima, e in cui stiamo assistendo a nuovi casi, la sorveglianza si è finora concentrata su una popolazione particolare e in questo momento stiamo descrivendo cosa stiamo vedendo. I casi vengono rilevati nelle comunità di uomini che hanno rapporti sessuali con uomini. Man mano che la sorveglianza si espande, ci aspettiamo che vengano visti più casi. Dobbiamo però contestualizzare: questo virus non è Covid. Finora, anche se non ho i numeri esatti, stiamo parlando di meno di 200 casi tra confermati e sospetti. E' una situazione contenibile, in particolare nei Paesi non endemici dove stiamo assistendo a questi focolai, in Europa e in Nord America. Ma non possiamo distogliere lo sguardo da ciò che sta accadendo in Africa e nei Paesi endemici.