Il premier Mario Draghi ha aperto a Parigi la Conferenza ministeriale dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse). L'Italia ha la presidenza della riunione ministeriale, dal titolo "Il futuro che vogliamo: politiche migliori per la prossima generazione e una transizione sostenibile".
Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha tenuto il discorso di apertura della Conferenza ministeriale dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse), in programma oggi e domani a Parigi. Al centro dello speech la crisi alimentare legata al grano bloccato nei porti ucraini del Mar Nero:
"Il punto di partenza dei nostri sforzi per scongiurare una crisi alimentare globale deve essere lo sblocco dei porti ucraini che affacciano sul Mar Nero. Solo così possiamo dare il via libera a milioni di tonnellate di cereali ferme a causa del perdurare del conflitto. L'Onu continua a impegnarsi come organo di mediazione ma al contempo è necessario garantire al presidente Zelensky le rassicurazioni di cui ha bisogno: i porti dovranno essere sminati e incolumi da ogni forma di attacco".
Poi un passaggio sulle sanzioni e sui negoziati, mentre arriva la fumata nera da Ankara nel vertice tra Erdogan e Lavrov:
"ll G7 e l'Unione Europea hanno mostrato un'apprezzabile unità e solidarietà nel sostenere l'Ucraina e nel mettere pressione sulla Russia per riprendere i negoziati. L'Europa ha approvato sei pacchetti di sanzioni che hanno dato un duro colpo agli oligarchi legati al Cremlino, mirando a settori chiave dell'economia russa. Ma affinché i nostri sforzi siano efficaci devono essere continui e condivisi con le economie emergenti in via di sviluppo. Con loro bisogna essere decisi e risoluti così come lo siamo stati con Kiev, per scongiurare il rischio dell'aumento di povertà".
Draghi intanto ha incontrato all'Eliseo il presidente Emmanuel Macron, per tracciare le linee guida relative all'agenda di fine mese, con in programma i vertici del G7 e della Nato. Al centro dei temi affrontati, gli sviluppi della guerra in Ucraina e il sostegno a Kiev, la sicurezza alimentare, il rafforzamento dell'autonomia europea in materia di Difesa e di Energia, nell'ottica di una strategia diversificata e di una minore dipendenza energetica dalla Russia.