11 Jun, 2022 - 15:17

Vaiolo Scimmie, Spallanzani: presenza del virus nel liquido seminale

Vaiolo Scimmie, Spallanzani: presenza del virus nel liquido seminale

Nuova scoperta dell'Istituto Spallanzani di Roma: i ricercatori hanno visto che il virus del Vaiolo delle Scimmie può essere presente nel liquido seminale di una persona infetta. La scoperta è arrivata dopo aver isolato lo sperma di un paziente sei giorni dopo la comparsa della febbre: il virus, isolato nei laboratori dell'istituto, si è dimostrato infettivo e capace di replicarsi in laboratorio.

Virus Scimmie nel liquido seminale, studi su durata e persistenza

Come evidenzia lo Spallanzani di Roma, la presenza del materiale genetico del Vaiolo delle Scimmie è stata rilevata nel liquido seminale di 6 dei 7 pazienti studiati all'Istituto ma, in questo caso, il virus è stato anche isolato in coltura. Sono in corso studi più approfonditi sulla durata e la persistenza del virus sia nello sperma che in altri materiali biologici, con i ricercatori che cercano di comprendere a fondo come questo virus si trasmette da uomo a uomo.

Questa nuova scoperta potrebbe far luce sul ruolo della trasmissione sessuale, una delle varie ipotesi nel contesto dell'attuale focolaio che ha coinvolto oltre mille casi: sono 28 i Paesi nel mondo che hanno segnalato casi di persone affette dal Vaiolo delle Scimmie ma, come riportano i dati di questi Stati, l'infezione di questo virus segnalati non è endemica.

Spallanzani in prima linea per lo studio del virus

La scoperta della presenza del Vaiolo delle Scimmie nel liquido seminale è solo l'ultimo risultato di un continuo lavoro da parte dello Spallanzani: i ricercatori dell'Istituto, infatti, hanno portato all'identificazione dei primi casi in Italia, argomento trattato sette giorni fa in un articolo sulla rivista del Centro europeo per il controllo delle malattie Eurosurveillance. Inoltre è stato fatto il primo sequenziamento del Monkeypox in Italia, procedimento che ha dimostrato come questo virus appartenga al ceppo responsabile dell'attuale diffusione internazionale. Una scoperta che potrà aiutare ulteriormente gli organi sanitari degli Stati colpiti da questa malattia a combattere e contrastare la diffusione del virus.

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Beatrice Balbinot
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