Paese che vai la trasmissione di Cusano Italia Tv (canale 264 DTT ore 10:00) ogni sabato accende i riflettori sugli splendidi borghi del nostro Bel Paese. Una puntata interamente dedicata a Vitorchiano "il borgo sospeso".
Questo borgo medioevale, incluso tra i Borghi più belli d'Italia, si trova ai piedi dei Monti Cimini immerso in un paesaggio collinare ricco di boschi di querce e percorso da ruscelli di acqua limpida.
Un borgo circondato da torri merlate, a difesa di un centro storico dove scale, archi e vicoli hanno in comune il caratteristico colore grigio, quello del peperino, la pietra locale. Per la sua pittoresca bellezza, il regista Mario Monicelli lo scelse per girare alcune scene del noto film "L’armata Brancaleone", pellicola del 1966 con il grande Vittorio Gassman.
Tanti gli ospiti e gli organizzatori che hanno collaborato alla trasmissione: Sergio Cesarini (Direttore Tesori d’Etruria), Ruggero Grassotti sindaco di Vitorchiano, Sergio De Alessandris- presidente comitato festeggiamenti S.Michele Arcangelo, Marco Salimbeni- consigliere comunale Vitorchiano, Massimigliano Borzacchini (presidente pro loco Vitorchiano) e Michele de Santis- vicepresidente pro loco Vitorchiano
Le origini di questo borgo sembrano risalire al tempo degli Etruschi. Successivamente la zona fu abitata in epoca romana, e fu centro urbano fortificato nella parte più meridionale della Tuscia Longobardorum. Il borgo venne invaso dai Longobardi, nel secolo VIII, capeggiati dal Re Desiderio che ne fortificò le mura creando il Castello. Vitorchiano vanta una storia secolare influenzata a lungo dalla politica espansionistica della vicina e potente Viterbo. Nel 1199 si dichiarò libera da ogni legame con Viterbo, il borgo fu assediato dalle milizie Viterbese e fu invocato l’aiuto di Roma. Nel 1201, Vitorchiano fu liberato dall’assedio e divenne feudo di Roma. Il Senato Romano nominò Vitorchiano Terra Fedelissima all’Urbe, le riconobbe ampie esenzioni fiscali, le consentì di aggiungere al proprio stemma la sigla S.P.Q.R. e di fregiarsi della Lupa Capitolina in ossequio alla sua devozione a Roma.
Unico al mondo al di fuori dell’Isola di Pasqua e di recente realizzazione è il Moai, costruito nel 1990 da undici maori della famiglia Atan, giunti in Italia per promuovere il restauro delle loro statue. Dal punto di vista stilistico il moai, è a tutti gli effetti una riproduzione fedele degli originali presenti presso l'isola di Pasqua. Attraverso profondi solchi, gli Atan hanno realizzato un monumento dai tratti duri, semplici e lineari, mentre il busto del monolite è appena scolpito. Sul capo il moai porta il Pukapo, copricapo scolpito, composto da due blocchi di peperino. La grande faccia allungata della statua è arricchita nel dettaglio dalle 'Orecchie Lunghe' e ben definite. L'ombelico, marcatamente sottolineato, indica un 'centro' simbolico nell'essere, sembra che toccarlo porti fortuna.
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