Dopo che la corte suprema ha rovesciato la sentenza Roe contro Wade, il governatore della California Gavin Newsom ha firmato una legge che rafforza i diritti all'aborto nel suo Stato: l’emendamento di giovedì tutelerà sia le donne californiane che tutti coloro che si recheranno in California per ricevere assistenza sanitaria.
La decisione della corte suprema statunitense di aver annullato la sentenza Roe contro Wade e, con essa, il diritto costituzionale all'aborto ha scatenato molte proteste. Il governatore della California Gavin Newsom ha risposto subito firmando una legge che va controtendenza rispetto alla Corte Suprema: il nuovo emendamento - approvato giovedì dal Parlamento statele - rafforza i diritti all'interruzione di gravidanza, creando uno scudo protettivo contro qualsiasi azione civile proveniente da oltre i confini californiani.
Una legge necessaria come spiega in conferenza stampa il governatore Newsom:
La California diventa così una sorta di zona franca, uno Stato che si oppone alla decisione della corte suprema. Anche il procuratore Rob Bonta si scaglia contro l’annullamento della sentenza Roe contro Wade:
La legge firmata dal governatore della California per rafforzare i diritti all'aborto è la prima vera risposta alla decisione della corte suprema. La mossa di Gavin Newsom arriva mentre nel resto degli Stati Uniti sono in atto in tutto il Paese: da New York - dove ci sono state due marce a Union Square e Washington Square - passando per Boston e Los Angeles fino ad arrivare in Texas. Alcuni manifestanti si sono ritrovati davanti alla casa del giudice Clarence Thomas, uno dei sei giudici che ha votato per la cancellazione del provvedimento.
Ad esaltare ancora lo spirito di protesta ci hanno poi pensato alcune delle più grandi aziende del mondo tra cui Disney, Apple, Alphabet, JPMorgan Chase, Meta e Bank of America. Infine, tra le innumerevoli voci di protesta, è arrivato anche il commento laconico dell'ONU che tramite l'Alta commissaria per i diritti umani Michelle Bachelet ha dichiarato:
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