Evaso dagli arresti domiciliari, Lucio Esposito ha tentato la fuga mentre era a prendere il sole in barca e per farlo si è tuffato e ha nuotato fino all'isola di Procida dove è stato bloccato prima che riuscisse a scappare a piedi.
"Non seguitemi che mi faccio annegare" è quanto detto da Lucio Esposito durante il tentativo di fuga disperato e bizzarro messo in atto dal 38enne, pregiudicato, evaso dal suo appartamento di Vico Equense il 2 Giugno scorso.
I carabinieri di Procida non hanno mai smesso di cercarlo e ieri nel tardo pomeriggio lo hanno rintracciato mentre era in barca a prendere il sole nello specchio d'acqua tra Monte di Procida e Procida.
L'uomo è stato accerchiato da una motovedetta dei carabinieri e da due della Capitaneria di Porto di Procida e di Ischia. Non c'è stato nessuno scampo per l'evaso perché la sua imbarcazione non avrebbe potuto competere con i potenti motori delle motovedette.
Così l'uomo, messo alle strette, fa una scelta diversa e decide di tuffarsi in mare, abbandona la barca e inizia così a nuotare. Increduli i militari gli intimano di fermarsi ma lui continua con le bracciate e una dopo l'altra è arrivato all'isola di Procida. Di tanto in tanto l'uomo si aggrappava al salvagente della Capitaneria e intimava di lasciarsi andare a fondo, fino a quando, recuperate le forze riprendeva a nuotare.
L'uomo, in questo modo ha percorso diversi chilometri, quasi tutto il canale di Procida, fino al porto di Monte. In questa situazione i Carabinieri e la Capitaneria non hanno potuto fare altro che scortare lentamente il fuggitivo che non accennava ad arrendersi.
Nonostante fosse stremato per la prova massacrante, una volta arrivato a terra ha tentato una nuova fuga a piedi ma è stato subito bloccato.
Esposito è stato fermato dopo la sua bizzarra fuga grazie anche alla collaborazione dei militari della compagnia di Pozzuoli, il pregiudicato è finito immediatamente in manette per evasione e resistenza a pubblico ufficiale. Ora si trova in carcere in attesa di giudizio.
È stato ritrovato, nella tarda serata di ieri sui fondali dell'isola del Tino, di fronte a Portovenere, in provincia di La Spezia, il corpo di un sub di 26 anni. Il ragazzo, Maurizio Zanello, originario di Lerici ma residente da tempo a Milano, era stato dato per disperso Lunedì pomeriggio quando si era immerso assieme ad alcuni amici per una battuta di pesca in apnea nelle acque tra il Tino e il Tinetto e non è più risalito.
Subito erano scattate le ricerche da parte della Capitaneria di porto, dei sommozzatori e dei vigili del fuoco con moto d'acqua ed elicotteri.
Le ricerche della Guardia Costiera e dei Vigili del Fuoco sono andate avanti per ore ma le speranze di trovarlo in vita calavano sempre di più.
Intorno alle 23 di Lunedì il cadavere del giovane è stato avvistato a 18 metri di profondità, non lontano dal punto di immersione. Sono stati inutili i soccorsi, il ragazzo era già morto e non si è potuto fare altro che recuperare il corpo e riportarlo a terra.
Ora il corpo del giovane è stato trasferito in obitorio dove verrà eseguita l’autopsia per chiarire le cause del decesso, si pensa ad un malore ma non è esclusa neppure una anomalia all’attrezzatura subacquea che è stata posta sotto sequestro.
In segno di rispetto l'amministrazione comunale di Lerici, il comune originario del sub ha proclamato lutto cittadino per la giornata di Mercoledì 13 Luglio per testimoniare il cordoglio dell'intera comunità alla famiglia di Maurizio Zanello. Saranno annullati gli spettacoli previsti per questa sera e domani nonché tutti gli altri eventi già in programma. Mercoledì dalle 10.30 alle 10.45 i commercianti sono invitati ad osservare 15 minuti di chiusura, come recita il messaggio del Comune.