Il fronte armi nucleari si arricchisce di nuovi elementi, con Iran e Usa pronti a rispondersi a vicenda dopo gli ultimi aggiornamenti. In particolare arriva il monito della Casa Bianca, che sulla gestione delle armi nucleari pone alcuni limiti verso l'atteggiamento iraniano. Gli Usa, in particolare, non permetteranno all'Iran di avere armi nucleari e sono pronti ad usare "tutti gli elementi del potere nazionale" per assicurarsi che Teheran non arrivi alla bomba. Questo uno dei punti principali della "Dichiarazione sulla partnership strategica" tra Usa e Israele firmata a Gerusalemme da Joe Biden e Yair Lapid. Dichiarazione che riafferma i legami indissolubili tra i due Paesi.
Il legame con Israele, a questo punto, si fa più consolidato su questo aspetto, mentre è attesa la replica dell'Iran su questo filone. Soprattutto dopo quanto accaduto nelle scorse ora, dopo che Roma sembra si sia gradualmente avvicinata al concetto iraniano di gestione delle armi nucleari. Il nuovo governo iraniano ha intrapreso seri negoziati con le controparti sulla questione nucleare. Siamo arrivati a una bozza che per il 90% ha il consenso dei 4+1 ma anche degli americani. Siamo in contatto con gli americani per l`annullamento delle sanzioni: procedono attraverso la Ue e i ministri degli Affari esteri di alcuni Paesi. Ci sono stati progressi importanti sia sulla bozza che sulle idee messe sul tavolo.
Un altro filone narrativo si aggiunge al dibattito tra Stati Uniti d'America e Iran, quello della gestione delle risorse minerarie. Si tratta, infatti, di un punto di discordia noto da tempo, su cui la Casa Bianca e i principali esponenti dell'Iran devono trovare una quadra. A questo si aggiungono le recenti dichiarazioni in materia di Naser Kanani: La politica di pressioni economiche e diplomatiche sull’Iran- di Joe Biden ndr - in linea con la strategia fallimentare di pressioni massime sulla repubblica islamica portata avanti dall’ex presidente Donald Trump e va contro la volontà manifestata dagli Usa per rilanciare l’accordo sul nucleare del 2015. Nonostante tutte le dichiarazioni riguardo al ritorno all’accordo nucleare e alla correzione degli errori commessi dall’amministrazione precedente, l’attuale amministrazione segue lo stesso atteggiamento nel promuovere sanzioni e pressione economica ha aggiunto Kanani.