È morto l'uomo residente nella provincia di Padova, ricoverato da alcuni giorni all'ospedale di Piove di Sacco con un quadro serio di encefalite, forma neuro-invasiva molto aggressiva del virus West Nile. "Rinnoviamo l'invito ai cittadini a proteggersi con i repellenti e controllare gli ambienti di vita", fa sapere l'Ulss 6 Euganea.
La notizia che nessuno avrebbe mai voluto sentire, con la morte dell'uomo di 83 anni, ricoverato nel reparto di geriatria dell’ospedale di Piove di Sacco con un quadro serio di encefalite a causa di una forma neuro-invasiva molto aggressiva del virus West Nile, si apre ufficialmente nel Padovano una nuova emergenza sanitaria. Anche se per avere la certezza sulla causa del decesso Lunedì si procederà ad effettuare l'autopsia.
L'Unità locale sociosanitaria (Ulss) di Padova segnala infatti, una ripresa della situazione epidemica da West Nile, con una persona deceduta e una persona con encefalite, sotto investigazione che si trova in gravi condizioni.
Nelle scorse ore, oltre l'uomo morto all'ospedale Piove di Sacco, è stato registrato anche un secondo caso sospetto di West Nile, si tratta di un uomo di 62 anni residente anch'egli nella provincia di Padova e ricoverato da ieri in terapia intensiva, con encefalite per il quale si stanno effettuando tutti i riscontri diagnostici necessari.
Il dottor Luca Sbrogiò, direttore del dipartimento di prevenzione della Ulss 6 Euganea ha dichiarato:
Continua invece a essere monitorato il paziente di 82 anni colpito dal virus Toscana, chiamato così in quanto scoperto a Grosseto nel 1971 dalla virologa Paola Verani, che viene principalmente trasmesso dai pappataci. L’anziano si trova ricoverato dal 12 Luglio nella Clinica Neurologica dell’Azienda Ospedaliera e le sue condizioni, apparse subito serie, stanno lentamente migliorando grazie alla terapia adottata, facendo ben sperare per il prosieguo della convalescenza.
Il virus West Nile infetta l'uomo attraverso la puntura di zanzara e causa un'infezione che solitamente decorre in maniera asintomatica, ma in certi casi può sviluppare la malattia con sintomi simili alla sindrome influenzale, che si possono protrarre per alcuni giorni. Proprio dato che l’infezione si manifesta in modo sintomatico è possibile che le persone colpite siano di più.
L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie ha trovato infatti, una presenza del virus diffusa fra le zanzare catturate a campione e analizzate. Il bollettino rilasciato Venerdì parla di elevato tasso di positività nelle zanzare catturate in tutta l’area della Pianura Padana.
Il cambiamento climatico però stavolta ci porta un inatteso vantaggio, le zanzare infatti hanno bisogno di acqua stagnante per depositare le loro uova. La siccità, che colpisce duro proprio in Pianura Padana, sta infatti, limitando il numero complessivo di questi insetti.
L'Istituto fa inoltre, sapere che in persone già debilitate, la malattia può arrivare a sviluppare gravi forme neurologiche che richiedono il ricovero ospedaliero.
Il virus del Nilo occidentale è apparso in Italia nel 2008 ed ha avuto un picco di casi nel 2018, per poi tornare a circolare in modo ridotto. Quest’anno però, l’infezione sembra aver rialzato la testa. Siamo solo a metà estate e sono state trovate un numero di zanzare positive pari alla totalità di quelle trovate nel 2021. La puntura di questi insetti è il canale principale di diffusione del virus, che, precisa l'Istituto zooprofilattico, non si trasmette da uomo a uomo.
La West Nile si diffonde anche in Europa con un nuovo caso riscontrato nei giorni scorsi in Grecia, come riporta lo European Centre for Disease Control (Ecdc) e focolai anche fra gli animali in Germania.