Era arrivato in ospedale, a inizio luglio, in condizioni gravissime, l'uomo contagiato dalla Candida auris, il fungo killer che resiste ai normali farmaci ed ha un tasso di mortalità elevatissimo. Il settantenne ricoverato all'ospedale dell'Angelo di Mestre alla fine non ce l'ha fatta ed è morto. Era il primo caso di infezione in Italia nel 2022, ora è anche il primo decesso.
Isolato per la prima volta in Giappone nel 2009, il fungo killer ha catturato l'attenzione in Italia in seguito al primo contagio registrato in Veneto all'inizio del mese. Si tratta di un patogeno emergente, chiamato Candida auris, parente del più innocuo albicans e molto pericoloso, come dice il nome. Innanzitutto per la letalità: si stima che, a seconda della persona che viene infettata, il tasso di mortalità varia tra il 30 e il 70 per cento, con i valori più alti che riguardano persone anziane, bambini piccoli e persone in condizioni pregresse di fragilità o immunodepressione e con patologie multiple, a cominciare dai pazienti ospedalieri, presso i quali l'infezione è statisticamente più frequente. Il fungo sembra poi avere eccezionali capacità di resistenza ai comuni farmaci antisettici: circa 9 su 10 dei casi finora isolati hanno mostrato resistenza ad almeno una delle tre classi di antifungini (echinocandine, azoli e polieni) tipicamente utilizzati per questo genere di infezione e, in diversi casi, la resistenza è per più classi contemporaneamente, facendo sì che in una certa percentuale l'infezione risulti a tutti gli effetti incurabile. Ulteriore elemento di apprensione riguarda la capacità di infettare per contatto con superfici o con altre persone già infette, facendo il suo ingresso nel corpo attraverso lesioni cutanee, ferite, mucose e accessi venosi installati su persone ospedalizzate.
Un fungo che si trasmette facilmente, quindi, difficile da eradicare e che può portare alla morte delle persone più fragili e che è stato anche correlato alle condizioni climatiche derivanti dal riscaldamento globale, visto che temperature elevate ed umidità sono condizioni ideali per la sua proliferazione. La sua manifestazione clinica dipende dalla sede dell'infezione, ma tra i sintomi più comuni ci sono:
Forme più invasive di infezione sono acquisite per ora solo in ambienti ospedalieri da soggetti indeboliti da altre malattie e sono caratterizzate da una febbre che non migliora dopo la normale terapia antibiotica prescritta per un'infezione batterica.
Ad inizio luglio era arrivata da un ospedale di Mestre la notizia del primo caso di contagio in Italia del 2022. L'uomo, un 70enne con alle spalle già altre patologie, era stato portato nella struttura ospedaliera in condizioni gravissime, con i sintomi di un'infezione che si era poi rivelata essere da Candida. Aveva iniziato a manifestare i primi campanelli d'allarme al rientro di un viaggio in Kenya, dove si era rivolto ad una clinica privata per curare i suoi calcoli renali. Lì probabilmente era stato infettato dal fungo. Immediatamente l'ospedale veneziano aveva attivato tutte le precauzioni del caso; si era sperato di poter salvare il paziente, che, invece, alla fine, non ce l'ha fatta ed è morto. Secondo una circolare del Ministero della Salute diramata a novembre 2021, i casi registrati nel nostro Paese dal 2019 erano circa trecento. Si scriveva in quell'occasione:
Ora il caso del paziente deceduto invita a rialzare la soglia dell'attenzione.