19 Jul, 2022 - 16:44

Amazon avvia azione legale contro gruppi Facebook per recensioni false

Amazon avvia azione legale contro gruppi Facebook per recensioni false

Amazon avvia un'azione legale, ma in questo frangente non si tratta di una delle tante prassi messe in campo da Jeff Bezos. Ora, davanti al colosso delle vendite, c'è Facebook e in mezzo c'è la falsità o, per essere più precisi, le recensioni scritte per sottoporre prodotti a valutazioni non veritiere. Tanti utenti, in questo periodo storico, si ritrovano a combattere con le cosiddette "recensioni false", volte a svalutare un prodotto rispetto al suo reale rendimento. Tuttavia questa prassi non coinvolge soltanto Amazon e altri siti di vendita, bensì pure i rapporti tra ciò che è scritto e chi scrive. Un tema non nuovo, insomma, ma che da poco trova percorso anche a livello processuale.

Amazon ha avviato un'azione legale contro gli amministratori di oltre 10mila gruppi Facebook che tentano di orchestrare false recensioni sul sito di e-commerce in cambio di denaro o prodotti gratuiti. Lo riporta la società in una nota, precisando che questi gruppi sono stati creati per reclutare persone disposte a pubblicare, dietro ricompensa, recensioni fuorvianti sugli store di Amazon negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, in Germania, Francia, Italia, Spagna e Giappone. Uno dei gruppi identificati nella causa è "Amazon Product Review'", con oltre 43mila membri.

Amazon e un'azione legale verso le "recensioni false"

Per Amazon, dopo il "Prime Day", arriva un'azione legale. I presunti truffatori che si celano dietro questi gruppi commissionerebbero di fatto recensioni false per centinaia di prodotti in vendita su Amazon, come ad esempio autoradio e treppiedi per macchine fotografiche. Uno dei gruppi identificati nella causa, spiega l'azienda, è "Amazon Product Review", che contava oltre 43.000 membri fino a quando, su richiesta di Amazon, all'inizio di quest'anno Meta ha eliminato il gruppo. Le indagini di Amazon hanno rivelato che gli amministratori dei gruppi tentavano di nascondere la loro attività e di eludere il rilevamento di Facebook, in parte offuscando le lettere nelle frasi problematiche.

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Tommaso Franchi
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