Il 171° giorno della guerra tra Russia e Ucraina si apre con le parole di Zelensky che continua il suo pressing per il "riconoscimento" della Russia come stato terrorista. Sulla base di tale concetto, il presidente ucraino ha lanciato un appello a tutta l'Europa chiedendo di limitare la circolazione dei cittadini russi ponendo delle restrizioni sui visti; dall'altro lato, da Mosca fanno sapere di non tollerare più l'atteggiamento ostile degli Stati Uniti e che proseguendo su questa linea i rapporti tra le parti potrebbero essere seriamente a rischio.
Nel mezzo, continuano gli attacchi con la città di Zaporizhzhia sempre più al centro degli obiettivi militari, mentre da Kiev fanno sapere che i dialoghi tra Zelensky e il papa è sempre più fitto e che presto si potrà vedere un incontro con il Pontefice.
Ecco le notizie aggiornate di oggi 13 agosto 2022 sulla guerra Russia-Ucraina:
Come anticipato, il presidente ucraino non cambia la propria linea politica e nel suo consueto discorso serale si scaglia contro una parte dell'Europa che ancora mostra apertura nei confronti dei cittadini russi. Il tema di dibattito principale riguarda il rilascio del visto a quest'ultimi, uno strumento che consentirebbe a tutti di accedere allo Spazio Schengen, l'area europea dedicata alla libera circolazione di tutti i cittadini.
Zelensky si è quindi opposto a questa misura mentre ha ringraziato i Paesi che invece stanno attuando una politica diversa:
Mentre da Kiev arrivavano nuovi attacchi diplomatici, sul fronte bellico continuano gli attacchi specialmente alla centrale di Zaporizhzhia. Quest'ultima è praticamente diventato uno dei punti nevralgici di tutto il conflitto con entrambe le fazioni che continuano a provocarsi ed accusarsi reciprocamente.
In questo scenario confuso, gli Stati Uniti hanno voluto prendere una posizione forte contro la Russia e tramite l'Alto rappresentante Ue per la Politica estera, Josep Borrell è stato chiesto a Mosca di liberare la zona:
Un'accusa che non è piaciuta per nulla a Mosca che dal canto suo si è affidata alla voce di un alto funzionario del ministero degli Esteri, Alexander Darchiyev che ha dichiarato che i rapporti diplomatici bilaterali potrebbero essere interrotti nel caso in cui gli USA non dovessero cambiare atteggiamento.