14 Aug, 2022 - 00:01

Accadde oggi, 14 agosto 1945: la resa del Giappone di Hirohito

Accadde oggi, 14 agosto 1945: la resa del Giappone di Hirohito

Accadde oggi, 14 agosto 1945: la resa del Giappone di Hirohito. Dopo i due bombardamenti atomici da parte degli Stati Uniti su Hiroshima e Nagasaki, arrivò la resa incondizionata dell’Impero giapponese alle potenze alleate nella Seconda guerra mondiale. Hirohito (nella foto con la Regina Elisabetta II nel 1971) smise di credere di essere una divinità e lo capirono anche i giapponesi ascoltando il suo storico discorso alla Nazione del 15 agosto 1945.

Accadde oggi, 14 agosto 1945: la resa del Giappone di Hirohito

Per la prima volta il sovrano si rivolse al suo indomito popolo dichiarando la fine dei combattimenti. L’atto di resa venne ufficialmente firmato il 2 settembre dai delegati delle forze armate nipponiche e dai rappresentanti delle Nazioni vincitrici, a bordo della USS Missouri ancorata nella baia di Tokyo. Oltre alle due atomiche, anche l'invasione sovietica della Manciuria accelerò la resa dell'Impero del Sol Levante.

Da Little Boy su Hiroshima a Fat Man su Nagasaki

Fu ribattezzata proprio così, Fat Man, che in italiano significa grassone, la seconda bomba atomica sganciata su Nagasaki. Ore 11:02 (ora locale) del 9 agosto 1945: un B-29 statunitense BOCKSCAR sgancia la seconda atomica della storia dell’uomo. L’ordigno viene fatto esplodere a un’altitudine di 469 metri per amplificarne la potenza già pari a 22.000 tonnellate di TNT. Ben 40.000 persone morirono all’istante, mentre tra le 25.000 e le 60.000 rimasero ferite. Nel tempo, altre 40.000 persone morirono per via delle malattie causate dal fallout nucleare e delle radiazioni.

Le migliaia di vittime di Hiroshima

A Hiroshima si stimarono complessivamente tra le 90.000 e le 166.000 vittime; secondo alcune fonti, negli anni superarono quota 200.000. Numeri spaventosi perchè parliamo di civili: donne, anziani e bambini compresi. Per la gravità dei danni causati, diretti e indiretti, e per le implicazioni etiche ad essi correlate, si è trattato del primo ed unico utilizzo in guerra di tali armi, sebbene il loro sviluppo abbia registrato una pericolosa impennata negli anni successivi.

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Fabio Camillacci
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